padovaSono giorni complicati per il M5s, scrive il ministro D'Incà su Facebook, che invoca la pace tra Grillo e Conte. Lui non si sbilancia, ma i rumors di Montecitorio lo assegnano tra i fedelissimi dell'ex premier in compagnia del ministro Stefano Patuanelli e di Roberta Lombardi, che rappresentan
Federico Capurso / romaÈ quasi sera. I parlamentari del Movimento 5 stelle, alla ricerca di una bussola nello scontro che rischia di portarli alla scissione, si riuniranno a breve in assemblea. I deputati si stanno dirigendo alla spicciolata verso l'aula dei gruppi di Montecitorio e i senatori in co
Federico Capurso / ROMALa storia tra Giuseppe Conte e il Movimento 5 stelle, adesso, è davvero finita. Beppe Grillo, lo stesso uomo che quattro mesi fa gli aveva consegnato le chiavi del partito, lo scarica senza troppe cerimonie con un post sul suo blog, perché, semplicemente, «Conte non può risolv
il colloquioFederico Capurso / romaSi respira un'aria diversa, nel Movimento, dopo l'addio a Davide Casaleggio. Più leggera. Anche Roberta Lombardi, assessora della giunta Zingaretti nel Lazio e membro del comitato di garanzia dei Cinque stelle, si dice «sollevata» per quella che era diventata «una
Federico Capurso / ROMAHa osservato a lungo il piatto della bilancia, Giuseppe Conte, e alla fine ha capito che non ne valeva la pena: Roma doveva essere sfilata dal patto con il Pd per le prossime amministrative. E la candidatura a sindaco di Nicola Zingaretti, ormai, non poteva più essere avallata
il retroscenaFabio Martini / romaLe convulsioni politiche e personalistiche che da settimane scuotono il Movimento 5 Stelle e la crisi politico-emotiva che agita il Pd, in poche ore hanno finito per sommarsi: mandando in fumo il patto che - giovedì scorso e riservatamente - era stato raggiunto tra i
L'intervistaFederico Capurso / roma Roberta Lombardi, volto storico del Movimento e membro del comitato di garanzia, ha seguito da vicino il lavoro di Giuseppe Conte per rifondare i Cinque stelle. Lo chiama già «presidente». Non per un afflato da tifosa - dice - ma «per la caratura morale e politica
il casoFederico Capurso/RomaLa rottura con Matteo Renzi, stavolta, è definitiva. «Da parte sua c'era solo la questione delle poltrone», attacca il capo politico Vito Crimi, una volta sancito il fallimento delle trattative. «Nessuna volontà di aiutare il Paese nel momento più difficile, nessun intere
il retroscenaIlario Lombardo / ROMAIl paradosso di Giuseppe Conte è contenuto negli effetti politici di questi risultati elettorali: il premier che si è sfilato dalla competizione, evitando di farsi trascinare in una sfida che sarebbe potuta finire diversamente, si gode i frutti di un successo altru
il retroscenaCarlo Bertini«Fino alle regionali è tutto sospeso», spiega chi ha voce in capitolo ai vertici del Pd, «perché potrebbero finire con una gran botta o con un successo. E in entrambi i casi le cose potrebbero cambiare. Magari anche a Roma». Quel che oggi pare impossibile, un'alleanza capit
il casoFederico CapursoIl limite dei due mandati «venga rispettato». Davide Casaleggio, da mesi nel mirino di parlamentari e vertici del M5S, passa al contrattacco e durante la presentazione del bilancio di Rousseau si schiera in difesa dell'ultimo totem grillino. «Noi sostanzialmente gestiamo, lato
roma. Luigi Di Maio si è inabissato. Dalla sera del passo indietro da capo politico, ogni sua mossa nel M5S viene tenuta sottotraccia, le voci dello staff suonano ovattate, l'agenda è ristretta agli impegni della Farnesina. Eppure starebbero proseguendo ogni giorno i contatti telefonici e, quando po
Giorno 2 dell'era post-Di Maio. Con l'aumento del rischio di un contagio per l'esecutivo, tanto che Giuseppe Conte ha annullato il viaggio a Davos. Il passo indietro - o, per meglio dire, di lato - è arrivato, con le dimissioni da capo politico e la neo-reggenza di Vito Crimi. Si aprono così le danz
il retroscenaFederico CapursoIlario LombardoIl regolamento prevede che il reggente avvii la scelta del successore entro trenta giorni dalle dimissioni del capo politico. Dunque, entro fine febbraio. È evidente, però, che si troverà il modo di fissare la data dell'elezione dopo gli Stati Generali, la
Federico Capursoroma. È difficile trovare un ordine nel caos che governa il Movimento 5 stelle. Eppure, c'è un filo rosso che riesce a dare una visione più ampia della rivolta. Un filo che unisce il progetto politico "Eco" di Lorenzo Fioramonti, il documento dei senatori per defenestrare i vertici,
Federico Capursoroma. Luigi Di Maio è tormentato: fare un passo indietro da capo politico del Movimento o resistere? È arrivato a tanto, purché finiscano gli attacchi, le critiche, la solitudine. L'idea di abbandonare tutto è stata condivisa dal leader del Movimento Cinque Stelle a vari livelli nell
il retroscenaLuigi Di Maio ha due, massimo tre mesi di tempo per salvare se stesso. E per farlo dovrà diluire la propria leadership, allargarla a una squadra che lo affiancherà, come lui stesso aveva promesso ormai quasi un anno fa. Giorno più, giorno meno, è la deadline decisa con Beppe Grillo. Anc
video Luigi Di Maio ha confermato la corsa solitaria del M5S in Emilia Romagna. Dopo un incontro con gli attivisti della regione, il capo politico ha detto che lo statuto non prevede la possibilità di candidarsi con il Pd. "Secondo le nostre regole, da statuto non possiamo iscrivere al M5s esponenti di altre forze politiche o di associazioni che abbiano finalità diverse da quelle del Movimento. I regolamenti delle candidature invece vengono portati avanti dal capo politico elezione per elezione, possono cambiare da una regione all'altra. Probabilmente Di Maio si riferiva al combinato disposto tra lo statuto e i regolamenti: si prende una norma presa dallo statuto, molto difficile da modificare, e si combina con requisiti previsti dal regolamento che invece viene approvato a ogni competizione elettorale", dice Roberta Lombardi, capogruppo M5S nel consiglio regionale del Lazio, in un'intervista a Circo Massimo, su Radio Capital. Per la ex capogruppo 5 stelle alla Camera, inoltre, bisognerebbe richiamare in causa gli iscritti alla piattaforma Rousseau: "Con il primo voto si è deciso, con una risposta plebiscitaria, di partecipare alle regionali. Ora bisognerebbe chiedere come partecipiamo, se soli, con il centrosinistra o con il centrodestra".Intervista di Massimo Giannini e Oscar Giannino
video Mentre gli incontri tra Pd e M5s per un governo giallorosso continuano a porte porte chiuse e ne possiamo vedere solo qualche foto, la memoria va ai due precedenti incontri tra le delegazioni dei due, entrambi in streaming, modalità lanciata dai pentastellati e poi dimenticata. Il primo fu dopo le politiche del 2013 (coalizione centrosinistra 29,5%, Pd 25,4%, M5s 25,5%) tra Pierluigi Bersani e Enrico Letta, allora rispettivamente segretario e vice-segretario del Pd, e Vito Crimi e Roberta Lombardi, capigruppo 5s di Camera e Senato. Celebre la battuta di Bersani: "Qui non siamo a Ballarò". Il secondo confronto tra Pd e M5s è del 2014: da un lato dello stesso tavolo alla Camera c'erano Matteo Renzi e Graziano del Rio per il Pd e dall'altro Beppe Grillo e Luigi Di Maio con la delegazione dei parlamentari 5s. Grillo diede dello squadrista a Renzi, il segretario dem gli gridò "Beppe esci dal blog". montaggio Francis D'Costa
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