30 anni da Mani pulite, Colombo: 'Provo imbarazzo nel dire che l'esercizio della pena non serve a niente'

video "Mi sento in imbarazzo e chiedo scusa, perché siamo nel palazzo di giustizia e chi lavora qui pensa che serva moltissimo l'esercizio del sistema della pena. Io invece sono arrivato alla conclusione che non serve a niente. E se serve a qualcosa, serve a qualcosa più di negativo che di positivo".Lo ha detto l'ex magistrato Gherardo Colombo in occasione del convegno per i 30 anni da Mani pulite, al Palazzo di Giustizia di Milano.Infine, uscendo dall'aula magna del tribunale di Milano, in merito al processo penale, Colombo ha aggiunto che "non è una barricata, ma serve per accertare la responsabilità delle persone. Non può essere visto come una lotta, come una battaglia, perché altrimenti si snatura e diventa una misura amministrativa anziché giurisdizionale".Di Edoardo Bianchi

Mani Pulite 30 anni dopo, Cusani: "Ho un primato, sono l'unico pregiudicato condannato in quest'aula"

video "Sono assolutamente certo di avere oggi un primato in quest'aula: essere l'unico pregiudicato condannato". Inizia così il discorso di Sergio Cusani, condannato per la maxitangente Enimont, durante l’incontro dal titolo "Mani pulite 30 anni dopo - Magistratura e lotta alla corruzione prima e dopo Tangentopoli" organizzata dall’Associazione Nazionale Magistrati di Milano (ANM) presso l'aula magna del Palazzo di Giustizia in occasione dei 30 anni dall'inizio di Mani Pulite, ovvero dall'arresto d Mario Chiesa. "Ho commesso la colpa e non ho cercato il perdono, in quanto io stesso non mi perdonerò mai per gli errori commessi", ha aggiunto Cusani, ammettendo successivamente di aver provato un coinvolgimento forte ed emotivo nel ritornare in tribunale: "Non venivo in questo palazzo da tantissimi anni. E un po' come tornare a trent'anni fa". "So che quando sarà, me ne andrò con un pesante fardello. Per quanto in cuor mio mi renda assolutamente conto di aver commesso errori di sistema, quegli errori portano la mia firma individuale. E' una responsabilità personale che non può essere in alcun modo sottaciuta", ha concluso Cusani. di Edoardo Bianchi

Metropolis/27 - Con le Mani (Pulite) ciao ciao. Con Gherardo Colombo, Stefano Cagliari e Elena Stancanelli. In studio Carlo Bonini e Carlo Damilano (integrale)

video A trent'anni dall'arresto di Mario Chiesa ripercorriamo l'inchiesta che ha messo fine alla Prima Repubblica. Cosa è restato di Tangentopoli. Quanto e come è cambiato il metodo di finanziamento della politica, dove resiste la corruzione. Ne parliamo con Gherardo Colombo, magistrato del pool di Mani Pulite, Stefano Cagliari (figlio di Gabriele Cagliari, morto suicida in carcere il 20 luglio del '93) e Elena Stancanelli (autrice de "Il tuffatore" dedicato a Raul Gardini). Nella puntata anche due estratti in anteprima dal documentario di Antonio Nasso "L'anno del diluvio", dedicato al 1992, che si troverà integralmente on demand sul sito di Repubblica e tutte le testate del Gruppo Gedi. Apre la puntata il video-editoriale di Filippo Ceccarelli. In studio: Carlo Bonini (vicedirettore di Repubblica) e Marco Damilano (direttore dell'Espresso). In collegamento, Piero Colaprico, oggi scrittore e firma di Repubblica, che ha seguito tutta la vicenda di Mani Pulite per il giornale. Con un servizio di Luca Piras e Maurizio Crosetti. Conduce Gerardo Greco Metropolis è in streaming alle 18 dal lunedì al venerdì sulle piattaforme Gedi e on demand in video e in podcast sul sito di Repubblica

La paura e la rabbia: 1992, l'anno che cambiò l'Italia tra stragi di mafia e corruzione

video L'indignazione per la corruzione, la paura e la rabbia per le stragi di mafia. Il 1992 è stato un anno drammatico, che ha segnato in modo decisivo il futuro dell'Italia. L'anno in cui inizia la fine della Prima Repubblica e in cui gli storici partiti politici, dalla Democrazia Cristiana al Partito Socialista, vengono travolti dalle tangenti e dall'inchiesta "Mani Pulite" della procura di Milano. L'anno in cui, in poco meno di due mesi, muoiono sotto le bombe i due magistrati simbolo della lotta alla mafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un anno con cui, dopo trent'anni di veleni, polemiche e segreti inconfessabili, il nostro Paese non ha ancora fatto i conti fino in fondo.Documentario di Antonio Nasso

La rinascita del Psi 50 iscritti al partito

SAN MICHELELa rinascita dei socialisti. Il garofano torna di moda nel Veneto orientale e, in particolare, a San Michele al Tagliamento. Lunedì è stata molto partecipata la seduta di fondazione, a Cesarolo, della sezione del Psi dedicata a Sandro Pertini, il secondo socialista dopo Saragat al Quirina

Csm, Davigo a Piazza Pulita: "Io indagato? Ci sono abituato"

video A PiazzaPulita, su La7, ha parlato l'ex pm di Mani Pulite, Piercamillo Davigo, sentito dalla procura di Roma, come testimone, nell'inchiesta sui dossieraggi al Csm. Davigo non teme di di finire sul banco degli imputati: "Ci sono abituato. Quando mi occupavo di Mani Pulite, ricevevo una denuncia a settimana. Sono arrivato ad avere 36 procedimenti penali aperti, in contemporanea, davanti alla Procura di Brescia".Video La7/Piazzapulita

Senza Titolo

il personaggioIlario Lombardo / ROMAQuando ormai era chiaro che Sergio Mattarella avrebbe tirato fuori il suo nome, Roberto Fico si è confidato con alcuni amici del M5S: «Ora dobbiamo fare le cose bene, seriamente. Non è solo per Giuseppe Conte, se salviamo lui salviamo il Movimento». Lo definiscono

È morto Gianni Griguolo ex procuratore capo

CHIOGGIAÈ scomparso Gianni Griguolo, 68 anni, originario di Chioggia, già procuratore della Repubblica a Belluno, sostituto procuratore generale in Corte di Appello a Milano, ora in pensione. Nell'ultimo mese era stato ricoverato in ospedale per Covid 19: le sue condizioni erano subito state giudi

Craxi, il ricordo del socialista Achilli che si oppose al segretario Psi: "Che litigate in direzione. I leghisti? All'epoca sventolavano il cappio in parlamento"

video "Le sue sintesi in direzione erano autoritarie e spesso si arrivava a insulti e parolacce. Ma come segretario era senz'altro autorevole". Michele Achilli, socialista, sei volte deputato e una volta senatore, è stato uno degli animatori della corrente Sinistra Psi che all'interno del partito fu in contrapposizione a Bettino Craxi. L'ex presidente del consiglio "è stato un rottamatore ante-litteram", perché una volta preso il potere all'hotel Midas nel 1976, "aveva emarginato i vecchi del partito". "Eravamo favorevoli alla sua politica economica ma - ricorda Achilli - sulla gestione del partito da subito avvertimmo fenomeni clientelari e di corruzione". Il docente in pensione del Politecnico di Milano, senza alcun coinvolgimento nelle inchieste di Mani Pulite, rimproverava a Craxi "di aver lasciato che il malaffare prosperasse a livello locale". In questi giorni si commemorano i 20 anni dalla morte dell'ex leader socialista, ma Achilli non è andato ad Hammamet: "Vedo molti tartufisti. Mi chiedo se i leghisti presenti si siano portati il cappio che mostravano in parlamento ai tempi di Tangentopoli"di Andrea Lattanzi

Milano, Martelli presenta libro su Craxi: "Non latitante ma rifugiato. Autocritiche? Le ho fatte trent'anni fa"

video "Era oggetto di linciaggi continui, davanti al palazzo di Giustizia e all'hotel romano dove dormiva. Ha chiesto asilo a un paese amico e per questo è un rifugiato, non un latitante". Claudio Martelli, ex ministro della Giustizia, presenta a Milano il suo libro "L'antipatico" (La nave di Teseo), ritratto del leader socialista scomparso 20 anni fa. "Fu costretto a espatriare sotto i colpi di una giustizia violenta e persecutoria", racconta Martelli alla numerosa platea, "ma meriterebbe un ripensamento per ciò che ha fatto per questo paese". "Di Pietro non lo cito perché non educativo", sferza così l'ex pm simbolo del pool di Mani Pulite e a chi gli chiedeva se non si sentisse, comunque, di fare un'autocritica sulle modalità di finanziamento del Psi dell'epoca, Martelli risponde secco prima di allontanarsi: "Le autocritiche lo ho fatte trent'anni fa. Proposi nel 1984 un'autoriforma" di Andrea Lattanzi

'Hammamet', Pierfrancesco Favino è Craxi: "Un uomo di potere che fa i conti con la propria vita"

video "Per me è stato un viaggio che ha toccato cose che mi riguardano, senza voler tradire la memoria collettiva di un uomo che in qualche modo ricordiamo". Così Pierfrancesco Favino racconta il suo lavoro in 'Hammamet', il film di Gianni Amelio in cui interpreta Bettino Craxi negli ultimi mesi di vita. L'attore aveva 18 anni quando c'è stato il lancio delle monetine al Raphael: "Guardarlo adesso a 50 anni cambia tanto rispetto a quelle che sono le mie pulsioni di oggi. A vent'anni hai voglia di cambiare il mondo, per la mia generazione la vicenda di Craxi ma anche Mani Pulite è stato come strappare la pagina di quello che noi pensavamo fosse possibile fare". Intervista di Arianna FinosVideo di Rocco Giurato