Sei mesi per scoprire Unabomber Si riparte dai dieci reperti

Luana de Francisco / udineNovanta giorni, moltiplicati per due data la delicatezza del caso, per dare un volto a Unabomber. Nell'aula del tribunale di Trieste, dove, ieri mattina, si è aperto l'incidente probatorio della nuova inchiesta sul giallo delle esplosioni avvenute a Nord-Est tra il 1994 e il 2007, si respirava un clima di fiduciosa attesa. Ovviamente lunga, visto che i periti incaricati dal gip Luigi Dainotti di sottoporre a test del Dna dieci reperti conservati per anni, dopo la chiusura dei fascicoli iscritti e poi archiviati per fare luce sull'identità dell'attentatore, hanno anticipato la possibilità di chiedere una proroga dei tempi. Certe indagini - hanno spiegato - sono molto laboriose e vanno ripetute più volte. Con la differenza, ora, di disporre di tecnologie scientifiche all'epoca inesistenti e tali da offrire maggiori e migliori strumenti di analisi e di confronto con i profili genetici conservati in una banca dati allora non ancora operativa. L'esito degli accertamenti, cui parteciperanno anche i consulenti nominati da tutte le parti presenti, sarà illustrato il 9 ottobre.Le vittime e il giornalistaMentre nessuno degli undici indagati ha ritenuto di presentarsi alla camera di consiglio, trattandosi peraltro di persone che nella vicenda erano già state coinvolte e rispetto alla cui asserita responsabilità nulla era emerso, a varcare il palazzo di giustizia sono stati invece il giornalista Marco Maisano, autore del podcast "Fantasma. Il caso Unabomber" del gruppo Gedi, e due delle vittime di Unabomber, Francesca Girardi, oggi 28enne, originaria di Motta di Livenza e residente a Monza, e Greta Momesso, oggi 24enne, sua conterranea e residente a Rovereto, che lo scorso novembre chiesero la riapertura del caso. «Ho percepito una generale volontà di procedere speditamente - ha detto Maisano -. Certo, è un primo passo, ma è positivo già il fatto di essere arrivati fin qui». È emozionata e definisce la riapertura delle indagini «un grandissimo risultato» anche Francesca. Nel 2003, quando aveva 9 anni, giocando sul greto del Piave, raccolse un evidenziatore giallo che le esplose in faccia. «Ero una bambina indifesa, ma oggi che sono adulta e in grado di contribuire all'inchiesta - dice - ci tengo a fare sapere a Unabomber che è anche merito mio. Non parlo a nome delle altre vittime, ma nel mio cuore ci sono anche tutte loro e chiunque abbia subìto un'ingiustizia».i professionistiPer l'attività peritale, il giudice ha incaricato il colonnello Giampietro Lago, comandante dei carabinieri del Ris di Parma, e l'antropologa molecolare forense Elena Pilli, dell'università di Firenze. Il procuratore capo Antonio De Nicolo e il sostituto Federico Frezza, coassegnatari del fascicolo, si affideranno al professor Paolo Fattorini. Tra le difese, gli avvocati Maurizio Paniz e Paolo Dell'Agnolo, che assistono Elvio Zornitta, l'ingegnere di Azzano Decimo indagato dal 2004 e scagionato nel 2009, nomineranno il professor Lorenzo Pascoli, del Gemelli di Roma, mentre gli avvocati Alessandra Devetag e Leopoldo Da Ros il professor Paolo Gasparini, del Burlo Garofolo di Trieste. Quanto alle persone offese, l'avvocato Serena Gasparini, che segue Francesca Girardi, ha indicato la professoressa Marina Baldi. Operazioni al via dal 28 marzo.gli indagati«Abbiamo dovuto necessariamente considerare "persone sottoposte a indagine" tutti coloro che avevano rivestito tale posizione nel corso dei procedimenti avviati all'epoca e successivamente archiviati», aveva spiegato il procuratore di Trieste quando, a gennaio, annunciò la richiesta di incidente probatorio al gip. Uno dopo l'altro erano così ricomparsi i nomi di Elvio Zornitta e di suo fratello Galliano e degli altri friulani passati già al vaglio degli inquirenti: i gemelli Lorenzo e Luigi Benedetti, di Sacile, i fratelli Claudio e Dario Bulocchi, di Fontanafredda, Angelo La Sala, di Lestans di Sequals, Cristiano Martelli, di Azzano Decimo, Giovanni Fausto Muccin, di Casarsa della Delizia, Luigi Favretto, di Tarcento. L'unica new entry è Luigi Pilloni, cagliaritano residente a Gaiarine, coinvolto a seguito di una segnalazione di dicembre dei carabinieri di Treviso. Per tutti, l'ipotesi di reato è attentato per finalità terroristiche.dai capelli alle impronteDetto che la prescrizione si è inghiottita gli episodi precedenti il 2000, è sui reperti riferiti ai fatti successivi che sarà eseguita la perizia. Dieci in tutto: tre formazioni pilifere del 2000 (bomboletta di stelle filanti al Carnevale di San Vito al Tagliamento, uovo al Continente di Portogruaro e tubo in un vigneto a San Stino di Livenza), due nastri isolanti, sempre del 2000 (confezioni di salsa di pomodoro del Continente e di maionese a Roveredo in Piano), impronte in tribunale a Pordenone nel 2003, l'inginocchiatoio di Portogruaro del 2004, la scatoletta di sgombro inviata dalle suore di Concordia Sagittaria alle consorelle in Romania e rinvenuta nel 2005 con dentro un ordigno inesploso, il congegno sotto il sellino di una bici di Portogruaro nel 2005 e la bottiglia di Coca Cola del caso Bingo nel 2007. Tutti reperti al riparo da qualsiasi rischio di contaminazione. «Maisano e l'autista che lo accompagnò hanno toccato con le dita soltanto gli involucri esterni», ha detto De Nicolo, escludendo il pericolo ipotizzato da alcuni legali. --