«Alla Formula 1 dei record piace una Ferrari vincente»

l'intervistaStefano Mancini INVIATO A SAKHIRStefano Domenicali è amministratore e presidente della Formula 1. La sua carriera è cominciata in Ferrari, dove nel 2008 ha festeggiato l'ultimo titolo vinto dalla Scuderia. Che cosa è cambiato a Maranello rispetto ai suoi tempi? «Se la Ferrari vince, la Formula 1 è felice, ma oggi la competizione è molto più dura. È diverso l'approccio, dire "siamo la Ferrari" non basta più. I vertici dell'azienda hanno fatto scelte che daranno i loro frutti, l'importante è non farsi prendere dall'emotività».La prima gara è stata un mezzo disastro.«È solo l'inizio, può ancora succedere di tutto. Verstappen e Perez hanno fatto una grande corsa, ma anche Ferrari e Aston Martin sono veloci. Ce lo siamo scordato l'inizio del 2022? La Ferrari dopo tre Gran premi aveva una cinquantina di punti di vantaggio, Verstappen diceva "game over", il campionato sembrava finito. Poi sappiamo che ha fatto la Red Bull».Leclerc rischia un'altra stagione in tono minore.«Un grande pilota deve essere un punto di riferimento della squadra. Sono anni importanti per lui, deve pretendere una vettura competitiva ed evitare gli errori».Lui e Verstappen hanno un talento enorme: raggiungeranno la personalità di un Hamilton?«Ce l'hanno, ognuno a modo suo. Abbiamo venti ragazzi che fuori dalla pista aiutano a comunicare la F1».Dovesse gestire due piloti, li tratterebbe alla pari o sceglierebbe un numero uno?«Posso solo dire quello che ho fatto quando ero a capo della Ferrari (le gerarchie tra Massa e Raikkonen furono decise a campionato iniziato, ndr)». Hamilton è il leader dei piloti: dialoga con lui?«Parlo con tutti, ma Lewis ha una sensibilità diversa su certi temi. Lo sosteniamo e siamo impegnati sui fronti a cui è attento».Condivide il divieto Fia ai piloti di prendere posizione su temi sociopolitici?«Nessuno metterà il bavaglio alla Formua 1. Ho visto l'arcobaleno sul casco di Hamilton senza che scattassero penalità. Forse la discussione è stata sovradimensionata». Imola, Monza e i circuiti storici che fine faranno?«La storia va sempre valorizzata, però non deve essere la scusa per non investire. Da Monza e Imola, i cui contratti scadono tra qualche anno, mi aspetto un cambio di marcia per gli investimenti. Da italiano vorrei vedere il mio Paese reagire a una richiesta di crescita che viene da tutti».Come avete convinto gli Usa che la F1 è divertente?«C'è stata Netflix, che ha avuto un successo enorme, e un lavoro di promozione. A Austin siamo passati da 60mila a 450mila spettatori nei tre giorni. Nel mondo siamo arrivati a 5,7 milioni, il 36% più del 2019. A novembre correremo a Las Vegas. Quando il Covid rischiava di far saltare tutto abbiamo creduto nel nostro prodotto ».Come sarà il nuovo Gp?«Abbiamo trasformato una F1 eurocentrica in un vero Mondiale. Ci manca solo il quinto continente, l'Africa. Siamo da tempo in trattativa con il Sudafrica».Però siete finiti in Paesi che non rispettano i diritti umani. Il Bahrein e l'Arabia Saudita il prossimo weekend.«Nei nostri contratti inseriamo degli obblighi. Enti indipendenti ne vigilano il rispetto. Se i Paesi organizzatori non li rispettano, ce ne andiamo. Vogliamo stare fuori da polemiche facili. Chi pensa che cambiare una cultura o un atteggiamento che risale a millenni fa sia facile e immediato sostiene il falso. Noi europei siamo bravi a parlare. Eravamo dei colonialisti, forse qualcuno lo è ancora. Non siamo nella posizione di dare lezioni. Lo sport può accelerare il cambiamento».Dialogate con la Cina?«A Shanghai manchiamo da quattro anni, però ci siamo sempre confrontati con tutti. Siamo anche stati il primo sport internazionale a cancellare la Russia dal calendario».L'ha spaventato il rischio che il budget cap mettesse in discussione con un anno di ritardo il campionato 2021?«Il budget cap è un passo avanti mai visto, un salto quantico per introdurre una nuova variabile di controllo. Il fatto che ci sia stato "solo" un tipo di problema è stato straordinario, vista la complessità della materia. Ora, però, pretendiamo decisioni prima dell'estate. Pensi che il financial fairplay del calcio ha tempi elefantiaci, fino a cinque anni».A proposito di calcio: l'accordo con il Tottenham è una prova di matrimonio? «Qualcosa del genere. All'interno dello stadio ci sarà una pista di kart dove promuovere il motorsport tra i giovani. I presidenti delle società italiane dovrebbero vedere questo impianto. per rendersi conto dell'arretratezza dell'Italia».La monoposto del futuro come la progetterebbe?«Farà rumore come una volta, perché la F1 deve emozionare. Avrà motori ibridi e benzine sostenibili. Entro il 2030 diventeremo carbon neutral».E l'elettrico?«L'auto elettrica non sarà mai e poi mai l'unica soluzione». --© RIPRODUZIONE RISERVATA