Senza Titolo

il casoAlessandro BarberaNiccolò Carratelli / romaLe prese di distanze di ministero del Tesoro e del Lavoro dimostrano che per arrivare a un testo condiviso ci vorrà ancora qualche settimana. Ma le indiscrezioni circolate ieri dopo un'anticipazione del Corriere della Sera confermano che i tecnici hanno pronto lo schema di riforma del reddito di cittadinanza. Si chiamerà «Mia» («Misura per l'inclusione attiva») ed è una versione più soft di quella ipotizzata da Giorgia Meloni in autunno. La platea dei lavoratori cosiddetti «occupabili» avranno diritto al sussidio per almeno un altro anno e mezzo, e non solo sette mesi. In questa ipotesi i risparmi saranno inferiori al previsto e questo spiega la prudenza della nota scritta da Giancarlo Giorgetti. L'unica preoccupazione che filtra da via XX settembre è quella che il ministro ha confermato ancora ieri mattina: «Avere i conti in ordine è un'esigenza assoluta». L'aumento dei tassi e del costo del debito costringe il governo alla quasi austerità, e prova ne è un dettaglio sfuggito ai più la scorsa settimana: per rifinanziare il fondo di accoglienza dei profughi ucraini nel 2023 - poco meno di 370 milioni di euro - sono stati necessari tagli lineari alle spese di tutti i ministeri. Ci sono poi alcuni nodi politici: uno di questi è dare accesso al sussidio anche ai cittadini stranieri, oggi esclusi. Nella Lega ci sono malumori, ma l'alternativa è quella di aprire un altro fronte - l'ennesimo - con la Commissione di Bruxelles, che da tempo lamenta la violazione del principio di non discriminazione. Qualunque sarà il punto di caduta, è certo un arretramento rispetto al reddito di cittadinanza targato Movimento cinque stelle. Dove infatti l'irritazione si trattiene a fatica. Giuseppe Conte ha scelto il silenzio e così il suo stato maggiore, perché «è solo una bozza, sui cui il Tesoro ha già frenato e per commentare aspettiamo un testo concreto», fanno sapere dal quartier generale di via di Campo Marzio. «Se questa è la prospettiva, è una follia e siamo pronti alle barricate - fanno filtrare, però, fonti del partito - si rischia di lasciare senza sussidio trecentomila nuclei familiari, circa un milione di persone. Vogliono risparmiare sulla pelle dei poveri». E viene sottolineata la contraddizione di Meloni, che «in campagna elettorale aveva promesso di cancellare il reddito e ora si appresta a confermarne l'impianto, seppur con un altro nome». Stessa contestazione da parte della capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, che ricorda di aver «introdotto la misura attiva per l'inclusione sociale con caratteristiche del tutto analoghe nel 2016 in Friuli Venezia-Giulia: il centrodestra era schierato contro e, nominato governatore Massimiliano Fedriga, si sono affrettati ad abolirla. Intanto, la Lega votava il reddito di cittadinanza nel primo governo Conte». Per l'ex viceministro Pd Antonio Misiani, «l'unico dato certo è che il governo Meloni ha tagliato del 20% i fondi contro la povertà dal 2024. Senza soldi è come fare le nozze coi fichi secchi». Anche i sindacati sono in allerta, la Cgil esprime «preoccupazione e perplessità»: «Non condividiamo il metodo e il merito - spiega la segretaria confederale Daniela Barbaresi - non siamo stati chiamati su una partita importante, che richiederebbe un confronto». Anche il segretario confederale Cisl, Andrea Cuccello, chiede alla ministra Marina Calderone di «convocare un incontro» e sottolinea la necessità di mantenere «la prestazione assistenziale a sostegno delle famiglie in povertà», oltre che di assicurare «le risorse stanziate nella loro interezza». Il tema dei soldi da impegnare nella riforma è centrale, perché nella bozza manca tutta la parte di sviluppo delle politiche attive del lavoro o, per dirla ancora con le fonti M5s, «si taglia il reddito agli occupabili, ma non c'è traccia dei percorsi di formazione». Su questo fronte, l'unica mossa di Calderone fin qui è stata la scelta di azzerare i vertici di Anpal, l'Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro: via la presidente Cristina Tajani, nominata in quota Pd, al suo posto arriverà Massimo Temussi, consulente della stessa ministra. --© RIPRODUZIONE RISERVATA