«Ucraina-Venezia, ecco il volume dei traffici»
Giulio Garau / VENEZIA«Il raccolto del grano (o altri cereali) che magari non riesce a transitare tutto su Odessa, materie prime come minerali ferrosi, tutti i prodotti siderurgici, ma anche legno, argilla di grande qualità fino ai motori Vega dei lanciatori spaziali costruiti in Ucraina per la società italiana Avio». Sono questi alcuni dei prodotti e delle merci che, secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, potrebbero transitare per il porto di Venezia, di Trieste e per quello di Monfalcone, destinati a diventare gli scali logistici per l'Ucraina. Lo sbocco al mare di Kiev. Non è più soltanto un progetto o un'idea quella lanciata dal ministro qualche mese fa: ci sono già accordi con il governo ucraino, c'è già un tavolo operativo al Ministero, sono stati contattati gli operatori a più riprese, le stesse Autorità di sistema dei porti. E c'è pure un corridoio logistico - che farà perno sui porti di Venezia e Trieste, e sull'Interporto di Verona - che è pronto a iniziare ad operare entro fine aprile, quando è prevista la conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina. «Un lavoro che abbiamo preparato in vista dell'incontro che la premier Giorgia Meloni ha fatto a Kiev con Volodymyr Zelensky», spiega lo stesso ministro Urso, «abbiamo firmato un memorandum con il vice premier e il ministro dell'Industria. Si tratta di un accordo che riguarda il traffico commerciale, industriale e tecnologico dell'Ucraina».L'obiettivo è lavorare per la ricostruzione dell'Ucraina mettendo in prima fila le imprese e gli operatori logistici italiani, ma il primo tassello viene messo ora per sostenere l'economia del Paese aggredito dalla Russia e in guerra: «Il tema è come garantire i trasporti di merci da e per l'Ucraina», aggiunge il ministro, «visto che le vie marittime attraverso il mare d'Azov e il mar Nero sono ostruite dalle navi russe e dalle mine. L'unica eccezione di transito ora è per il grano, grazie agli accordi internazionali, ma ci sono difficoltà e il Paese è molto profondo. Noi siamo pronti a garantire l'import-export per l'Ucraina e i punti più vicini sono i porti di Venezia e Trieste».Da oltre un mese il ministro incontra operatori portuali e logistici per spiegare la strategia. «Senza aspettare che parta la ricostruzione, oggi possiamo iniziare a lavorare migliorando la situazione», aggiunge Urso, «è stata individuata una città ucraina accanto al confine, Horonda, vicina a Slovacchia e Ungheria (c'è un fascio di binari collegati, ndr) che diventerà una piattaforma logistica e farà il perno con l'interporto di Verona. Un asse che servirà per movimentare le merci che saranno caricate sui treni o su Tir fino ai porti di Venezia e di Trieste, a seconda della tipologia di merci. Horonda e Verona fungeranno da terminal logistici».Il Ministero sta lavorando a pieno ritmo per realizzare il corridoio, Urso sta coordinando un tavolo tecnico, ha messo a lavorare a capofitto il direttore del dicastero e ha già coinvolto anche le imprese italiane. «È un progetto italiano di grande rilevanza, che coinvolge vari Paesi europei», insiste Urso, «e inizia da subito, prima ancora del vertice di aprile: in quella data il corridoio sarà già attivo. Mi incontrerò con gli ambasciatori dei Paesi coinvolti, tra questi Slovacchia, Ungheria, Austria e Slovenia. Ma l'Italia, lo ribadisco, è capofila e ci sarà un Consorzio che gestirà le operazioni logistiche del corridoio».Ci sono ancora dei problemi da risolvere, doganali e infrastrutturali, e magari bisognerà affrontare anche la diversità di scartamento dei binari ucraini da quelli europei: quello "russo" è di 1.520 mm contro i 1.435 della Ue. Ma già lo scorso maggio il governo ha annunciato che, quando la guerra sarà finita, verrà introdotto lo standard europeo. «C'è ancora del lavoro da fare», conferma Urso, «sono previsti accordi doganali per il transito, ma c'è anche da affrontare il problema della conformità delle merci. Dobbiamo fare in modo che tutto sia risolto per rendere efficace il sistema di trasporto attraverso il corridoio. Ho raccolto molto entusiasmo da tutti i soggetti logistici e delle imprese che ho incontrato». «È un'operazione», chiude il ministro, «di grande rilevanza economica e politica». --© RIPRODUZIONE RISERVATA