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Corrispondente da WashingtonA margine del G20 dei ministri degli Esteri a New Delhi, il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov si sono parlati di persona per la prima volta dall'inizio del conflitto in Ucraina il 24 febbraio del 2022. La portavoce di Lavrov, Maria Zakharova, ha ridimensionato la portata dell'incontro spiegando che è stato richiesto da Blinken e che non si è trattato né di un colloquio né di un meeting: «Hanno parlato brevemente a margine e in piedi». La delegazione statunitense non ha contestato la ricostruzione di Zakharova ed è stato poi lo stesso capo della diplomazia Usa a precisare le richieste che ha fatto a Lavrov. Blinken ha toccato tre temi nel faccia a faccia con Lavrov. Ha sollecitato la Russia a rientrare nel Nuovo Start sugli arsenali nucleari definendo «irresponsabile» la decisione di uscirne annunciata il mese scorso; quindi ha reiterato la determinazione Usa a riportare a casa Paul Wheelan, detenuto a Mosca dal 2018 e condannato per spionaggio; infine ha ribadito l'invito alla Russia a scegliere l'opzione diplomatica sull'Ucraina e «di mettere fine alla guerra di aggressione» assicurando che l'America «è pronta a sostenere Kiev per tutto il tempo necessario». E un segno della determinazione Usa arriverà oggi quando Biden annuncerà una nuova tornata di aiuti militari - principalmente munizioni - per l'esercito ucraino. Anche Washington ha rubricato il confronto con il ministro russo quasi come casuale. Tuttavia denota, si ragiona negli ambienti diplomatici, la volontà «americana di cercare una via negoziale» per chiudere un conflitto che al Pentagono sempre più generali ritengono possa trascinarsi senza vincitori né vinti per tutto l'anno. È una prospettiva che comincia a irritare non pochi deputati al Congresso dove, pur esistendo il clima bipartisan di sostegno alla linea Biden, si evidenzia che l'«Ukraine fatigue» potrebbe prevalere nei prossimi mesi e con l'avvicinarsi di due date importanti: la prima è legata al rinnovo del budget dal quale l'Amministrazione potrà attingere per il sostegno concreto - fra armi, aiuti economici ed umanitari - all'Ucraina; il secondo è invece connesso alle primarie repubblicane dove i principali candidati, già in corsa o potenziali, come Trump e DeSantis sono scettici nel mantenere aperto il canale degli aiuti. Le parole che Colin Kahl, sottosegretario per la Politica della Difesa Usa, ha pronunciato in un'audizione alla Commissione Forze Armate della Camera sui «contribuenti che non sarebbero probabilmente contenti di vedere i loro soldi finire» nella produzione di F16 per l'Ucraina, hanno toccato nervi scoperti.Oggi alla Casa Bianca arriverà Olaf Scholz per un bilaterale con Joe Biden chiesto un mese fa dal cancelliere tedesco per fare il punto sulla guerra. Berlino e Parigi sono al lavoro per una soluzione diplomatica, nonostante il muro di Mosca. Scholz ha fatto sapere che sono in corso «discussioni su Kiev e altri partner sulle future garanzie di sicurezza per l'Ucraina». È un tema che lo stesso Blinken, riferendosi a una pace «duratura e giusta» ha sollevato sia ieri durante il summit in India sia nel suo discorso al Consiglio di Sicurezza dell'Onu venerdì scorso. Il 24 gennaio sul Washington Post David Ignatius aveva riassunto un colloquio con lo stesso Blinken nel quale il segretario di Stato aveva delineato un modello di deterrenza post-bellica per l'Ucraina. Il G20 dei ministri degli Esteri ha seguito un canovaccio simile a quello delle Finanze a Bangalore, alla fine il summit si è chiuso senza un documento congiunto ma con una meno forte dichiarazione presidenziale. Le divergenze sull'Ucraina hanno condizionato i lavori. Lavrov ha accusato gli occidentali di «aver sacrificato tutte le questioni centrali in nome delle sue ambizioni sull'Ucraina». E anche che l'Occidente «sta sabotando l'accordo per l'export di grano». Il cinese Qin Gang ha ribadito il ruolo «costruttivo» della Cina e chiesto il superamento delle divisioni. Ma alla fine alla presidenza indiana la mediazione non è riuscita. --© RIPRODUZIONE RISERVATA