«Acquedotto, investimenti per 76 milioni Ma perdite d'acqua anche fatto endemico»
Maria DucoliSono 76 i milioni di euro destinati agli interventi di manutenzione delle reti e delle infrastrutture idriche. Parte proviene dai fondi statali, dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e parte da Veritas, lo scopo è solo uno: migliorare il servizio, riparare i danni che il tempo, l'usura e le caratteristiche ambientali hanno provocato alle tubature. L'acqua che scende dai rubinetti dei veneziani scorre per 300 km di tubature, risalenti, nel caso della più longeva, dal 1884, anno in cui fu inaugurata in San Marco la condotta sub lagunare, festeggiata con l'istallazione in piazza di una fontana dalla quale sgorgava l'acqua dell'acquedotto. Altre tubature che alimentano i lavandini del centro storico risalgono al 1915, 1958 e 1964 e, ad oggi, circa il 10% dei tubi sono originali e si concentrano dell'area tra San Marco e Riva Sette Martiri. Sono autentici anche i sifoni della Giudecca, ancora in buono stato. Tuttavia, l'età avanzata delle tubature comporta delle perdite: circa il 30% di acqua che scorre al loro interno viene persa per strada. «Questo non avviene solo per l'usura», spiega Andrea Razzini, direttore generale di Veritas, «è un fatto endemico. Le perdite sono legate anche ai movimenti del suolo, alle condizioni ambientali. Pensiamo che in un acquedotto nuovo se ne registra circa il 9%». Razzini continua dicendo che «le perdite avvengono nei punti di giuntura, i punti più fragili dei tubi, un po' come le articolazioni umane. Se ci pensiamo, con l'età è la prima cosa che inizia a dare problemi». Di certo c'è che gli interventi in atto e in programma per i prossimi anni per migliorare la rete idrica non sono pochi. Attualmente è in corso la sostituzione di una condotta dalla rotonda di San Giuliano fino alla sua punta, per un valore di quattro milioni di euro, provenienti dalla tariffa del servizio idrico integrato. «Si tratta», continua il direttore, «di un investimento per prevenire l'obsolescenza delle reti vecchie. Andiamo a implementarle mentre funzionano ancora, per evitare disagi futuri». Il primo maggio dovrebbe poi avere il via un altro intervento, che prevede la realizzazione di due nuove condotte sub lagunari di acciaio dalla punta di San Giuliano alla nuova centrale idrica del Tronchetto, per oltre 17 milioni di euro. La centrale andrebbe a sostituire quella storica, risalente al 1884, di Sant'Andrea, e dal 2025 gestirà la rete di distribuzione del centro storico, delle isole, del Lido e della condotta sublagunare del Savec, il nuovo sistema acquedottistico del Veneto centrale che rifornisce anche Chioggia, contenendo oltre 30 milioni di litri. Il suo costo ammonta a oltre 22 milioni, finanziati dalla Regione, dal Comune di Venezia e dalla tariffa del servizio idrico integrato. Il suo collegamento, già iniziato lo scorso ottobre, è costato invece otto milioni, provenienti dal Pnrr. Un altro intervento in previsione è il rinnovo delle condotte nel tratto che va da piazzale Roma ai giardini Papadopoli, 3 tre milioni, finanziati dal Piano operativo ambiente, tramite un accordo ministeriale. Sono molti, quindi, i lavori che andranno a migliorare la situazione dei tubi veneziani, che formano una ramificazione stretta. «Si tratta di una virtù dell'acquedotto», spiega Razzini, «perché in caso di rottura i disagi sono limitati. Si crea una sorta di bypass a monte e a valle della falla, isolandola, e in questo modo nelle zone non colpite l'acqua continua ad arrivare». --© RIPRODUZIONE RISERVATA