Lista di Spagna, accuse per un tubo dell'800 «Un azzardo averlo tenuto in funzione»

Eugenio PendoliniIl giorno dopo l'inondazione in Lista di Spagna a finire sotto accusa è il tubo installato dalla Compagnia generale delle acque per l'estero nel 1882 per realizzare l'acquedotto di Venezia. Centoquarantuno anni di vita senza che siano «mai stati fatti lavori di sostituzione delle tubazioni ma solo interventi spot, molto localizzati». Mario Piasentini, già responsabile Reti Acquedotto Veritas, ha ben presente lo stato di salute di quella tubazione. E soprattutto dei rischi che martedì si sono corsi in Lista di Spagna. «Tale condotta», spiega, «è la principale della rete di distribuzione di Venezia Centro Storico, ha svolto, e purtroppo continua a svolgere egregiamente il suo compito, ma è un azzardo, oltre che un pericolo mantenerla ancora in esercizio. Dalle immagini che si è visto, per pura fatalità si sono causati solo ingenti danni materiali, ma poteva andare molto peggio alle persone».L'episodio di ieri arriva a distanza di pochi mesi da un'esplosione analoga in rio terà dei Assassini. «Non è allarmismo», continua Piasentini, «ma chi passeggia per Venezia dovrebbe sapere in che stato di conservazione si trovano certe condutture sotto i masegni». A detta dell'ex responsabile dell'acquedotto di Veritas, non meno vetuste e altrettanto precarie sono le altre condotte che alimentano Venezia, la principale delle quali in cemento armato di diametro di un metro, che si divide in due condotte di 80 centimetri posate nel fondo lagunare. «Queste condotte sono relativamente più recenti della precedente essendo state posate attorno al 1920, ma parliamo sempre di 100 anni fa», conclude Piasentini, «mi domando: ma gli introiti delle bollette incassate da Veritas non dovrebbero anche servire ad ammodernare gli impianti dell'acquedotto, qualcuno se ne è dimenticato, o sono destinate per altri scopi?». Punto, questo, su cui torna anche l'ex consigliere comunale Renzo Scarpa in un post su Facebook: «Servono investimenti adeguati da parte di Veritas e da parte del Comune che deve fare la propria parte per garantire un servizio adeguato ai propri cittadini e alle proprie imprese».Nel frattempo, il giorno dopo lo scoppio del tubo, gli agenti della polizia locale sono tornati sul posto per quantificare insieme a commercianti e negozianti i danni subiti. Intorno alla voragine continuano i lavori degli addetti di Veritas coordinati dal Comune e sotto il controllo dell'assessorato ai lavori pubblici. «Veritas ha in programma di risolvere la rottura del tubo in questi giorni», fa sapere l'assessore ai lavori pubblici Francesca Zaccariotto, «poi procederà nei prossimi mesi alla sostituzione o riqualificazione di tutta la tratta tra ponte degli Scalzi e ponte delle Guglie che è composta da un tubo in ghisa novecentesco da 400 millimetri, soggetto ormai a rottura».In generale, fa sapere ancora l'assessorato, per garantire la fornitura di acqua potabile al centro storico di Venzia, Veritas ha un programma di investimenti di circa 70 milioni di euro per ammodernare la rete idrica che porta acqua a Venezia. Nel dettaglio, la partecipata del Comune addetta alla rete idrica ha già speso 22 milioni per la nuova vasca del Tronchetto e stao avviando un cantiere da 3 milioni per sostituire le tubazioni principali tra Tronchetto, piazzale Roma e giardini Papadopoli. Infine, Veritas ha avviato un progetto di ricerca di perdite sulla rete pubblica dal valore di un milione di euro. --© RIPRODUZIONE RISERVATA