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La Concordia, storica motonave anni '30 della flotta Actv, ad un passo dalla demolizione. Esauriti i termini del bando per un suo recupero (con manifestazioni di interesse da parte ad esempio dell'associazione Metamorfosi di Feliciano Loris con tanto di sopralluogo a bordo), l'azienda nelle scorse settimane ha pubblicato l'avviso di indagine di mercato, scaduto ieri, per affidare il servizio di smantellamento del mezzo. Ora , però, si dovrà procedere a delle indagini sullo scafo per verificarne la tenuta. Indagini indispensabili perché, se il destino della motonave tanto cara ai veneziani sembra essere ormai segnato, il mezzo dovrà comunque essere trasportato in un cantiere per il suo smantellamento. Bisognerà dunque capire se sia in grado o meno di navigare. In caso contrario, infatti, il mezzo dovrebbe essere smantellato in loco nella darsena di Sant'Elena. Con costi, però, inevitabilmente più alti. Resta infine da capire se abbia sortito qualche effetto la lettera mandata al ministro della Difesa Guido Crosetto da parte dell'assessore al commercio Sebastiano Costalonga con l'obiettivo di cercare una collocazione della motonave in Arsenale. Nel frattempo, però, Actv ha risposto ai duemila firmatari della petizione online lanciata dal Caal per salvare la motonave spiegando, in sostanza, che della Concordia non è rimasto nulla, se non lo scafo e le sovrastrutture in ferro: tutta la motoristica è stata sbarcata e dismessa, così come gli arredi in legno, la strumentazione di comando e la timoneria. «Ora lo scafo nudo è mantenuto a galla pompando l' acqua che filtra dalle fessurazioni formatesi a seguito delle mancate manutenzioni», così le associazioni promotrici della raccolta firme (Caal e Forum Futuro Arsenale) hanno spiegato ai firmatari dopo alcuni colloqui con Actv. Riparare il mezzo, secondo chi si era dimostrato interessato a recuperarlo per poi tirarsi indietro, sarebbero costato circa 3 milioni di euro.Insomma, un mezzo spolpato con il passare degli anni. E proprio questa, a detta delle associazioni, potrebbe essere la causa della mancata concessione del vincolo da parte della Soprintendenza per salvare il mezzo. «Da un accesso agli atti, presso la Soprintendenza, abbiamo appreso le motivazioni del diniego della dichiarazione di interesse culturale proposta per la motonave», spiegano le associazioni, «basate sulla perdita dei materiali originali di arredo e sulla non unicità dell'imbarcazione (resterebbero le gemelle Altino ed Aquileia, pure costruite nel 1935 nel cantiere Breda a porto Marghera). Ad Actv ed Avm vanno poste alcune domande: perché la Concordia non è stata manutenuta per evitarne il deperimento - e il deprezzamento - e consentirne quindi un uso adeguato al suo valore storico e identitario? Come si programma di garantire la tutela, la conservazione ed adeguate fruibilità degli elementi esemplari della flotta storica aziendale della navigazione lagunare? Come ci si rapporta al riguardo con le potenzialità che per tutto questo può offrire il complesso dell'Arsenale?». Caal e Forum Futuro Arsenale, insieme ai duemila firmatari della petizione per salvare la Concordia, si impegneranno ora su due fronti: sostenere in Soprintendenza la necessità di tutelare gli esemplari significativi della flotta di Actv come «testimonianze storiche della tecnologia navale nonché dell'identità e della storia della comunità locale»; sensibilizzare il Comune a verificare, insieme alla Marina Militare e alla Biennale, la possibilità di valorizzare le collezioni del museo navale. --e.p.© RIPRODUZIONE RISERVATA