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«Venezia è destinata a diventare centrale per l'economia italiana, europea ed ucraina». Viene accolta con grande favore dal Comune di Venezia, per bocca di Andrea Tomaello, vicesindaco di Venezia con delega al porto, la prospettiva che vede lo scalo lagunare come punto logistico di arrivo e partenza delle merci in arrivo dall'Ucraina o destinate a Kiev. Una proposta ribadita da Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy, e rilanciata nel recente incontro promosso a Zelarino dal Dipartimento Transizione tecnologica e ambientale della Cisl Venezia. Il progetto del ministro Urso parte dalla constatazione di come ormai si sia creata «una nuova cortina di ferro qualche centinaio di km più a est» il che rende inevitabile che lo sbocco dei mercati si sia trasferito altrove. A sud, per la precisione. E quindi nell'Adriatico, con i porti di Venezia e Trieste. L'idea, anticipata da Urso in un recente incontro a Kiev e al centro del prossimo appuntamento di aprile che il governo organizzerà insieme a emissari del governo di Zelensky, prevede la creazione nel Nord Est di terminali in entrata e uscita dell'economia ucraina attraverso la piattaforma logistica di Verona, il porto di Venezia con suo retroterra e Trieste tramite un corridoio terreste ferroviario e autostradale che dall' Ucraina giunga alla piattaforma logistica di Verona e poi verso i porti del nord Adriatico. Scontato che Venezia voglia giocare un ruolo di primo piano. «Non dimentichiamoci del gemellaggio fatto con Odessa nei mesi scorsi», spiega Tomaello, «sicuramente abbiamo già rapporti instaurati. La nostra città può rivelarsi decisiva per il futuro dell'Ucraina». Un aspetto fondamentale, per il vicesindaco di Venezia, sarebbe l'integrazione tra gli scali del Nord Est insieme al polo logistico di Verona. «Creare un nucleo centrale portuale forte con Venezia in posizione di raccordo potrebbe essere una cosa buona per l'intera economia italiana ma anche del nord Europa», aggiunge Tomaello, «ora si inizia a parlare di revisione delle autorità portuali, prevedere questa integrazione nel nord adriatico potrebbe essere una cosa buona».Sullo sfondo, poi, resta un tema parallelo ma che in prospettiva potrebbe giocare a favore dell'intera operazione: la Zls. A inizio febbraio, Massimo Bitonci, sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy, aveva garantito che entro poche settimane il decreto sulla zona logistica semplificata per Venezia e il Rodigino sarebbe approdata in Gazzetta Ufficiale. Ad oggi non ci sono novità. « La pratica è stata ripresa in mano per arrivare alla conclusione, recentemente ho sentito Bitonci proprio a tal proposito», conclude Tomaello, «Con la Zls e con Venezia a giocare un ruolo centrale, potremmo davvero parlare di un vero rilancio per il nord est, per l'Europa e per l'Ucraina». --eugenio pendolini© RIPRODUZIONE RISERVATA