Sala del Consiglio semivuota «Lavoriamo uniti per la legalità»
a ca' manettiGrandi assenti, i cittadini di Eraclea che ieri sera non hanno certo affollato la sala consiliare di Ca'Manetti per la seduta straordinaria del Consiglio comunale sulla legalità chiesto dall'opposizione. Evidentemente non sono queste le iniziative che richiamano l'attenzione dell'opinione pubblica come vorrebbero le minoranze. Il rientro a casa per scadenza del carcere preventivo di Luciano Donadio e del figlio Adriano assieme agli altri imputati nel processo per la mafia a Eraclea continua a far discutere. La presidente del Consiglio Elena Bottacin ha dato la parola a Morena Causin per l'opposizione che ha ringraziato per la formula della seduta aperta al pubblico. L'episodio dei fuochi di artificio è stato poi molto discusso. «La popolazione si sente bistrattata per la mancanza di rispetto» , ha esordito, «e il sindaco si è mossa da sola senza coinvolgerci. Abbiamo saputo dai giornali le sue iniziative come la visita in Prefettura. Dobbiamo lavorare insieme per una nuova cultura della legalità, l'impegno civico e l'obbligo etico che abbiamo. Non vogliamo strumentalizzare, non vogliamo intimidazioni e non abbiamo paura. E non vogliamo processi in piazza. L'imprenditoria sana chiede un ambiente pulito».La minoranza chiede di lavorare insieme. A Eraclea i sindacati sono impegnati per una fiaccolata in piazza, a marzo, e poi un convegno a Ca' Manetti. Andrea Babbo, molto applaudito, ricorda che è stata scelta la sede istituzionale per affrontare questi temi. «È una realtà soffocante che viviamo. Non ci spetta il giudizio. Vogliamo capire, la politica deve portare a galla certi aspetti. Il tessuto economico e la società sono sani, c'è voglia di lottare. Chiediamo un intergruppo consiliare per la legalità» .Danilo Biondi suggerisce un percorso virtuoso per ricucire un tessuto sociale disorientato e spaventato. "È nostro dovere preparare le persone», dice, «spiegare il sistema mafioso. Eraclea non fa parte di Libera né Avviso pubblico, si è scelto di non affrontare il problema della legalità e l'accensione dei fuochi ci ha portato alla gogna mediatica». Italo Trevisiol ha ricostruito le varie fasi del processo e i fuochi in via Sarpi, la comunità screditata. «Eraclea non è questa», e ha censurato il troppo silenzio. Ha chiuso il leghista Giovanni Burato che ha a sua volta denunciato il silenzio imperante, le telecamere in piazza. Chiede un confronto con i sindaci, una commissione di esame, sensibilizzazione nelle scuole. «Io ho saputo dalla stampa le richieste delle opposizioni» replica la sindaca Zanchin «I processi sono in tribunale e vanno rispettati. Non vogliamo manifestazioni oggi. Lo sportello della legalità è un sogno per un piccolo Comune, sui convegni stiamo lavorando. Le associazioni non interessano perché non risolvono i problemi a differenza di Procura e forze di polizia». --Giovanni Cagnassi