«Il Piano europeo sulla pesca mette a rischio il settore ittico»

CHIOGGIA«L'Europa vorrebbe eliminare gradualmente la pesca a strascico dalle aree protette».È' Alleanza delle Cooperative a lanciare l'allarme che potrebbe naturalmente sconvolgere la pesca italiana e, di conseguenza la pesca chioggiotta. «L'UE per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini», ossserca Alleanza delle Cooperative, «sforna un piano d'azione, atteso da tempo per una pesca più sostenibile, ma che non centra l'obiettivo. Invece di dare vita ad un pacchetto di intervento efficace contro le maggiori minacce del mare, come l'inquinamento, il riscaldamento delle acque, il cambiamento climatico o la plastica, propone un nuovo giro di vite contro gli attrezzi da fondi, penalizzando ulteriormente la pesca a strascico che in Italia rappresenta il 20% della flotta ma che garantisce l'80% della produzione». Si tratta, sempre secondo Alleanza delle Cooperative, di una tabella di marcia che ha come fine l'eliminazione graduale della pesca da fondo, come lo strascico, in tutte le aree marine protette entro il 2030, prevedendo una eliminazione degli attrezzi mobili di fondo nel 30% delle acque dell'UE. Anche la politica prende posizione contro il piano d'azione voluto da Bruxelles contro la pesca a strascico. Il consigliere regionale del Pd, Jonatan Montanariello, parla apertamente di rischio chiusura per un settore già difficoltà. «La tabella di marcia proposta dalla Commissione europea», afferma il consigliere dem, «che vorrebbe eliminare gradualmente entro il 2030 la pesca a strascico in tutte le aree marine protette, rischia di mettere in crisi il settore ittico italiano. Già di fattola pesca nelle aree protette non viene praticata e quindi bisognava rafforzare le misure contro l'inquinamento ed il surriscaldamento, anche perché bisogna tenere conto dei rischi di demolizione di un intero comparto che si vede aree marine sempre più vaste. Il rischio è di vedere sparire le nostre filiere a vantaggio di altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con una qualità del prodotto tutt'altro che sostenibile». La guerra tra i pescatori italiani e UE sembra non avere mai fine e a trarne vantaggio potrebbero essere quei Paesi extracomunitari che operano nello stesso Mediterraneo ma che non rispettano le regole sulla sostenibilità che si vorrebbero imporre ai pescatori italiani, con l'aumento delle zone SIC (siti di interesse comunitari), tra le quali una delle più vaste si trova proprio nel nord Adriatico. --DANIELE ZENNARO