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IL progettoNon solo Chioggia. Un vero e proprio network per far volare in Veneto droni che trasporteranno, nei prossimi anni, merci e persone. È a questo progetto che sta lavorando UrbanV, la società costituita dagli aeroporti di Venezia, Bologna, Roma e Nizza proprio per costruire le infrastrutture necessarie alla mobilità aerea di domani: droni elettrici per trasportare cose e persone. «I vertiporti sono una nuova infrastruttura che servirà a gestire il traffico di droni a decollo verticale, che possono trasportare persone e cose e che avranno bisogno di un'infrastruttura nella quale decollare e ricaricare le batteria, sia nel caso in cui queste battere si smontino dal velivolo sia nel caso in cui il velivolo abbia bisogno di un tempo di ricarica, esattamente come avviene con le auto elettriche», spiega Corrado Fischer, direttore operativo Save, «questo concetto di mobilità che sta prendendo piede in Europa è estremamente interessante anche per l'Italia e per questo Save ha costituito, insiemi a dei partner, una società che si chiama UrbanV per la progettazione e la realizzazione dei vertipoti». Il primo, nel Veneto, potrebbe sorgere proprio a Chioggia o meglio: tra Chioggia e Sottomarina, all'isola dell'Unione, un'isola artificiale realizzare nel secondo dopoguerra per unire le due zone della città. Il luogo che l'amministrazione, su impulso del sindaco Mauro Armelao, ha individuato come il migliore per la realizzazione del progetto.«Chioggia è stato il primo comune a intravvedere nello sviluppo dell'Urban air mobility una grande opportunità per il futuro. Connettere Chioggia all'aeroporto di Venezia o semplificare il tragitto che adesso attraverso la terraferma è piuttosto complesso, o avere l'opportunità di consegnare merci dalla terraferma a Chioggia è sicuramente una grande opportunità». «Per questo», prosegue Fischer, «con Chioggia è nato un interesse reciproco che ha portato all'inizio di una grossa fase di progettazione per realizzare il primo vertiporto del Veneto. Evidentemente questo è l'inizio di un network. Il network che noi immaginiamo coinvolge anche le isole di Venezia e tutto l'hinterland della terraferma». Alcuni contatti, per esempio, ci sono già stati con i vertici dell'aeroporto Nicelli del Lido, mentre nel network potrebbe entrare anche l'aeroporto Allegri di Padova. «Oggi con il nome drone si intende una famiglia molto ampia di velivoli caratterizzati da motori elettrici, ci sono droni adatti a trasportare merci e un progetto che noi abbiamo riguarda il trasporto di organi. Organi che arrivano all'aeroporto e devono essere trasportati d'urgenza all'ospedale di Padova o all'ospedale di Venezia possono essere trasportati attraverso un drone merci progettato in maniera opportuna per svolgere un compito di questo tipo».Dal trasporto merci, al trasporto persone: «Per i prossimi anni sarà un drone che ha un pilota a bordo e sarà sostanzialmente un piccolo elicottero», prosegue Fischer, «entriamo così nel mondo dell'aerotaxi». Alla portata di tutti, o solo per i più ricchi? «L'idea dell'Urban air mobility è mobilità per tutti», risponde Fischer, «non sarà una cosa per ricconi ma i primi anni dovranno essere tarati secondo un modello di business. Ma l'obiettivo finale di questo concetto di mobilità è di offrire a tutti i passeggeri la possibilità di utilizzarlo». --R.C.© RIPRODUZIONE RISERVATA