Tempi più lunghi e F24 da cartolarizzare le richieste degli azzurri a Palazzo Chigi
il retroscenaFederico CapursoLa «casa», per Forza Italia, è una questione di identità. L'identità di Silvio Berlusconi. Quella costruita sulle fortune immobiliari e su trent'anni di impegni e promesse politiche. Ha quindi il sapore del tradimento, per gli azzurri, vedere il governo di cui fanno parte attaccare il cuore del Superbonus con un decreto, già in vigore, che chiude definitivamente i rubinetti della cessione dei crediti di imposta. Ad Arcore si prendono tutta la giornata per valutare un possibile intervento del Cav, con una nota «molto chiara e dura», raccontano dal partito, con cui «ricordare ai nostri alleati che le battaglie di Forza Italia non sono figlie di un dio minore. E che non si può promettere in campagna elettorale che non avremmo toccato il Supebonus, come ha fatto anche Meloni, per poi rimangiarsi tutto pochi mesi dopo». Alla fine, Berlusconi resterà in silenzio. La nota a cui stavano lavorando ad Arcore viene riposta in un cassetto nel pomeriggio. Si preferisce l'attesa, almeno fino a domani, quando le associazioni dei costruttori verranno ricevute a palazzo Chigi da Giorgia Meloni e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Gli azzurri vogliono vedere come reagirà la premier alle richieste dei rappresentanti di categoria, che in fondo sono anche le loro. Si aspettano infatti che da questo incontro nasca un tavolo programmatico, con le associazioni. E l'inizio della prossima settimana sarà anche utile per capire quanto si potrà trattare sulle future modifiche al decreto.I forzisti comprendono le ragioni del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e la sua «prudenza». Apprezzano anche che le banche a cui è stato ceduto il credito non vengano più ritenute «corresponsabili», se nei 10 anni successivi ai lavori legati al Superbonus si dovesse scoprire che ci sono state irregolarità. «Ma non si può, dal giorno alla notte, bloccare tutto il resto. Su questo ci faremo sentire».Difficile immaginare una Meloni entusiasta dell'ennesima polemica interna. L'infiammarsi degli animi degli alleati, però, era prevedibile. Non è un caso, infatti, che il capogruppo dei deputati di Fratelli d'Italia, Tommaso Foti, offra già al mattino un'apertura agli alleati. Con il via libera di palazzo Chigi, Foti scansa quindi l'ipotesi che possa essere posta la fiducia sul decreto, e compie un primo passo in direzione delle richieste di Forza Italia: «Una strada percorribile - dice ad Agorà - è quella di valutare la cartolarizzazione dei crediti ceduti». In sintesi, si permetterebbe di acquistare i crediti di imposta trasformandoli in titoli da mettere sul mercato. La strada indicata da Foti non è casuale. Proprio sulla cartolarizzazione avevano puntato nei mesi scorsi gli uomini di Berlusconi, con emendamenti al decreto Aiuti quater, ad esempio. Sempre respinti però.Quello di Foti è un primo passo, ma non è ancora abbastanza. E viene fatto capire con un'ulteriore batteria di dichiarazioni al vetriolo da parte dei parlamentari forzisti. «Dobbiamo a tutelare le famiglie che non possono permettersi lavori di ristrutturazione dell'immobile», spiega il senatore Roberto Rosso, responsabile nazionale del "dipartimento Casa" di Forza Italia. «Specie se, nonostante la nostra contrarietà, dovesse passare in Europa la direttiva per le Case Green, con adeguamenti obbligatori che milioni di italiani non potrebbero permettersi». Un altro tema caro agli uomini di Berlusconi, che lo hanno già messo sul tavolo con un ordine del giorno (stavolta approvato), riguarda i rifacimenti col Superbonus delle case popolari: «Abbiamo bisogno di più tempo per far fare i lavori in quelle situazioni - sostiene ancora Rosso -, almeno fino alla fine del 2024, perché sono rifacimenti molto complicati, che interessano interi complessi di palazzine». Tra le richieste, anche un prolungamento dei tempi per completare i lavori nelle villette unifamiliari. Al momento il termine è fissato al 31 marzo, ma gli azzurri vorrebbero portarlo almeno fino alla fine di quest'anno. Asticella alta, nella speranza di poter trovare più facilmente un punto di caduta, magari con un prolungamento di qualche mese. «Più dai tempo, più permetti a tutti di arrivare in fondo, senza lasciare nessuno in mezzo al guado», sottolinea Rosso. Ma è proprio il tempo quello che fa paura al ministero dell'Economia, dove si calcola che il Superbonus pesi sulle casse dello Stato circa tre miliardi al mese. --© RIPRODUZIONE RISERVATA