Federlegno, export a 3 miliardi ma frenata negli ultimi tre mesi
Elena Del Giudice / PADOVARestano in terreno positivo le esportazioni di mobili, legno-arredo e complementi, ma la frenata ormai è evidente. A dirlo è la rilevazione di FederlegnoArredo sui primi 9 mesi dell'anno che vedono il Veneto, tra le regioni leader del settore insieme a Lombardia e Friuli Venezia Giulia, chiudere al terzo trimestre '22 con un valore di 3 miliardi di euro, +14,5% rispetto ai primi 9 mesi del '21. Nel periodo gennaio-giugno la crescita era stata del +15,5%, per scendere nel terzo trimestre a +12,3%. E la variazione sarebbe ben più modesta se l'analisi venisse fatta sulle quantità, piuttosto che sul valore. Il dato nazionale della filiera parla di 15,6 miliardi di euro di export nei 9 mesi dello scorso anno, +16%, rispetto allo stesso periodo del 2021. I dati del Centro Studi di FederlegnoArredo di fonte Istat, fotografano lo stato di salute di un settore prevalentemente votato all'export e in cui Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia coprono quasi il 70% del valore esportato. Come detto, Veneto e Fvg presentano qualche segno di rallentamento. Il Veneto in particolare arretra, nel terzo trimestre, di circa 2 punti dal primo trimestre (+14,6%) e di ben 4 punti dal secondo trimestre (+16.4%). La regione ha in Germania lo sbocco principale per il suo export, dove la crescita è del +19,1%, ma sono le esportazioni verso il Belgio - settimo mercato - con un +20,5% a decretarlo il Paese con la crescita maggiore tra i mercati più significativi. Treviso rimane la prima provincia a livello nazionale per valore esportato della filiera legno-arredo con 1,8 miliardi di euro e un +12,7% rispetto allo stesso periodo del 2021.«Appare ormai chiaro che il trend di crescita stia progressivamente subendo rallentamenti in tutto il territorio nazionale e anche nelle regioni più importanti per la nostra filiera. Lo stesso +11% di luglio-settembre 2022 - commenta Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo - che era un +18,4% a gennaio-giugno, non può farci certo dormire sonni tranquilli, dal momento che come evidenziano anche recenti ricerche e la stessa Bankitalia, l'inflazione non è destinata a scendere e i fatturati delle aziende, soprattutto delle più piccole, potrebbero essere gonfiati dal caro prezzi e dall'adeguamento dei listini, riducendo drasticamente la crescita e il margine. Se la Lombardia riesce in qualche modo a mantenersi stabile, maggiori segni di rallentamento si registrano in Veneto e soprattutto in Friuli Venezia Giulia». Resta al momento prematuro riuscire a dare «una chiave di lettura univoca e "scientifica"- prosegue Feltrin - ma potremmo azzardare l'ipotesi che il merito della tenuta lombarda sia figlia soprattutto della vocazione della regione all'export verso gli Usa nell'alto di gamma dei mobili. Non possiamo infatti dimenticare come le ricadute della guerra in Ucraina e il peso del caro energia, si facciano sentire molto di più in Europa, come starebbero a dimostrare anche i dati del Veneto che ha ancora nel vecchio continente i suoi maggiori mercati di sbocco, a partire da Germania e Francia».--