Tutela del mare «Sforzi raddoppiati per recuperare reti abbandonate»

pesca greenPescatori in prima linea nella tutela del mare e nella salvaguardia del patrimonio sommerso delle Tegnùe. Nel 2022 gli armatori di Chioggia hanno raccolto 100 mila chili di reti dismesse, disperse in mare, e per il 2023 l'obiettivo è di raddoppiare la cifra. Lo ha promesso Elio Dall'Acqua, armatore tra i più noti in città, durante la presentazione del protocollo d'intesa tra Comune, università di Padova, Ispra ed ente Parco regionale Delta del Po per la gestione delle Tegnùe.«Se oggi conosciamo l'immenso patrimonio che custodisce il nostro mare nei fondali lo dobbiamo a Piero Mescalchin», spiega Dall'Acqua, «vado in mare da una vita, ma non sapevo cosa fossero le Tegnùe. Sapevo solo che lì non possiamo pescare. Poi ho iniziato a vedere le foto e i video di Mescalchin, rimanendo affascinato dalla meraviglia che si nasconde in fondo a quel tratto di mare. Ne è nata una consapevolezza nuova che ha affascinato molti altri pescatori, anche chi prima vedeva le Tegnùe come una discarica in cui disfarsi di ciò che non si voleva portare a riva. Come le reti dismesse. Ci siamo ripromessi di non gettare più le rete in mare, ma non solo, ci siamo impegnati per recuperare quelle già abbandonate». La raccolta delle reti nasce dal progetto "Vox maris" che un anno fa è stato avviato dalla fondazione Biodesign e dal consorzio armatori di Chioggia per raccogliere e smaltire in maniera efficace le reti dismesse e i frammenti di plastica (anche cavi di acciaio e cestini) che finiscono nelle reti dei pescatori. Al progetto nei giorni scorsi si sono uniti anche i pescatori di Pila e di Scardovari. Biodesign Foundation è un'organizzazione no profit svizzera che si occupa di promuovere il rapporto tra uomo, tecnologia, produzione e ambiente attraverso la ricerca e la messa in atto di soluzioni sostenibili che generino crescita economica. Le reti recuperate vengono riciclate. --e.b.a.© RIPRODUZIONE RISERVATA