«Mondiali, Olimpiadi, Expo. Ma tutto è nato in laguna»

Ha messo la firma su show tecno-emozionali che hanno fatto il giro dell'intero globo. Con il suo "Balich Wonder Studio" ha firmato (sinora) 36 eventi sportivi internazionali tra Olimpiadi e Paralimpiadi (ben 14, da Torino 2006 a Tokyo 2020) fino ai Mondiali di calcio in Qatar. E Expo Milano con l'Albero della vita. Tutto è iniziato a Venezia con il concerto dei Pink Floyd, nel 1989: «Croce e delizia», dice lui.Classe 1962, quattro figli, un passato "quasi olimpico" da schermidore quando la celebre scuola veneziana e mestrina dominava la scena mondiali, studi di Giurisprudenza lasciati senza rimpianto, Marco Balich è felice per la nomina a "Veneziano dell'anno" da parte della Settemari: «Ora imparerò a vogare!», promette. Dice di essere «enormemente orgoglioso di essere veneziano e di essere a disposizione di Venezia in qualsiasi momento», ma ancora un non so che di irrisolto sembra prenderlo, quando pensa a Venezia, al Capodanno al Bacio del 2008, al Carnevale.«Sono molto contento: Venezia è stata croce e delizia per me, dal concerto dei Pink Floyd a quando il sindaco Cacciari mi diede l'incarico e organizzammo il Capodanno del Bacio e Carnevale Sensation e fui massacrato... dai media. Che oggi un gruppo di cittadini veneziani, così radicato come l'Associazione Settemari mi riconosca un percorso professionale, mi rende felice».Come è andata l'esperienza in Qatar? Non sono mancate anche lì polemiche forti.«L'inaugurazione ha aiutato molto a cambiare il tono delle critiche verso il Paese: legittime su certe eredità del passato, medievali sui diritti umani. Grazie alla Fifa si è innescato un percorso verso un upgrade dignitoso, che ci metterà del tempo perché la zona ha ancora aree medievali. Sono occasioni di inizio di un percorso. Siamo riusciti con la cerimonia a far passare messaggi sull'accettazione della diversità come arricchimento. Morgan Freeman che abbraccia un uomo senza gambe (lo youtuber Ghanim Al-Muftah, animatore di fondazioni sulle malattie rare e sportivo, ndr) è stata dimostrazione di un avanzamento di sensibilità. E mi ha fatto molto piacere che sia stato riconosciuto anche da inglesi e australiani, che erano con i fucili puntati per una legittima critica sui diritti umani. Abbiamo dato un punto di vista diverso, puntato sul futuro e non sul passato: dovremmo farlo anche qui a Venezia....»Lei si è detto a favore del ticket di accesso e nei giorni del lockdown auspicava che, quantomeno, fosse l'occasione per ripensare il turismo a Venezia. Il "dopo" è meglio o peggio del "prima"?«Non sono un tuttologo, ma da veneziano penso che l'amministrazione dovrebbe adottare due esempi dall'estero, molto efficaci. Trasformare entro 2030 Venezia in laboratorio della sostenibilità - e mi pare lo stia in parte già facendo, con Ca' Foscari - eliminando i motori a idrocarburi dalla laguna: aiuterebbe la lotta al moto ondoso e farebbe della città un concreto laboratorio virtuoso. Qui sono presenti, in piccolo, di tutti i temi del clima».E sul fronte del turismo?«Sono favorevole alla tassa di ingresso come si fa in Svizzera, dove tutti pagano 40 franchi per accedere alle strade per un anno e nessuno protesta. L'amministrazione dovrebbe poi fare subito un'ordinanza per fissare in un massimo di 90 giorni l'affitto turistico per gli appartamenti Airbnb: l'hanno fatto Barcellona e Amsterdam e sono diventate capitali mondiali della sostenibilità delle università. Lì, le giovani famiglie trovano casa, i professori e gli studenti pure: ripopolare Venezia passa attraverso questa strada».Da qui a Milano-Cortina cosa accadrà? Lei nell'evento di lancio dell'Olimpiade è riuscito a far imparare il cinese al presidente Zaia...«Sì, e siamo finiti subito da Crozza», ride, «ma è stato un messaggio di dialogo importante. Quanto alle Olimpiadi Milano-Cortina c'è un nuovo amministratore delegato della fondazione, Andrea Varnier, molto preparato e che farà sicuramente meglio del predecessore. Come sempre, per le cerimonie aspettiamo la gara: bisogna vincerla. Intanto, abbiamo appena saputo di aver vinto quella per i Giochi Panamericani in Cile».C'è da aggiornare il "record" del Balich Wonder Studio?«Siamo a 14 cerimonie olimpiche e paralimpiche... più di 36 eventi sportivi internazionali: davvero tanti».Come si passa dalla Cina alla Russia, al Qatar?«Si studiano la storia e le creatività locali, si fanno workshop, tante idee, poi si sgrezza, si segna un'ossatura come per scriver e un libro, in modo più curioso e aperto possibile».Con Venezia - alla quale dichiara amore totale - dal punto di vista degli eventi, Marco Balich ha avuto rapporti non semplici. Ne ha parlato anche dal palco, ricevendo ieri il riconoscimento della Settemari: «Vivo a Milano, ma dovunque vado nel mondo dico sono di Venezia: sono molto orgoglioso di essere veneziano. Questa città mi ha insegnato la bellezza, l'umanità, porta la cultura nel mondo: qui ci si incontra, ci si saluta. Una città dove l'evento principale non è l'apertura di una discoteca, ma l'inaugurazione della Biennale. Siamo fortunati essere parte di tutto questo. Se Venezia avesse bisogno di me, io ci sono, nonostante momenti non sempre felici. Colpa anche mia - ma anche gioia - se c'è stato il concerto dei Pink Floyd a Venezia: evento pazzesco, complicato in una città non pronta. Poi il sindaco Cacciari mi chiamò e facemmo il Capodanno del bacio... che fu poi eliminato non capisco perché: era una idea fortunata, tutti "limonavano" a mezzanotte invece di tirarsi bottiglie. E un Carnevale che porto nel cuore. Spero che Venezia continui produrre cultura e bellezza, perché questo è il suo destino». --© RIPRODUZIONE RISERVATA