la transizione ecologica nuovo orizzonte per le imprese

Sostenibilità e digitalizzazione costituiscono il fitto intreccio che sta determinando un cambiamento non solo dell'ecosistema entro cui ogni individuo si muove confrontandosi con l'esistente, ma anche della struttura organizzative delle imprese. Di questo delicato processo di trasformazione e delle implicazioni sui ritmi evolutivi del capitalismo si discuterà a Milano il prossimo 23 gennaio in occasione della presentazione del Rapporto della Giunta Assonime (l'associazione che mette insieme le società italiane per azioni ) . "Tecnologie, capitale umano, innovazione e assetti societari sono fattori che vanno presi in esame - spiega Corrado Passera, ceo di Illimity e coordinatore dello studio - nella loro inestricabile interdipendenza. Le conseguenze della rivoluzione in atto, avranno degli effetti sulla governance delle aziende, oltre che sul ribilanciamento della catena del valore, in un'economia fondata sulla conoscenza". La svolta è destinata a modificare il rapporto aziende e territori di riferimento. Lo stesso concetto di rischio assume una valenza molto più ampia rispetto al passato, travalicando lo stretto ambito finanziario, fino ad oggi prevalente. Le maggiori novità, prospettate nello studio, riguardano le società quotate, per le quali la pressione del legislatore e del mercato spingerà sempre più i vertici a guardare oltre lo stretto orizzonte degli stretti interessi di "portafoglio". L'onda lunga dei cambiamenti non finisce qui, perché la disciplina europea e le linee guida dell'Ocse introdurranno ulteriori misure, rappresentate da obblighi molto precisi in ambito ambientale e sociale, quali "l'ampliamento dei doveri fiduciari degli amministratori; l'obbligo di adozione di un piano per la strategia climatica; l'attenzione alla trasparenza sull'informativa relative alla sostenibilità delle iniziative condotte dal board aziendale". Al di là dei tecnicismi colpisce la dimensione culturale del mutamento di prospettiva, che dovremo prepararci ad affrontare. Finita l'epoca di "tempi moderni" in cui l'impresa faceva parte di una catena del valore rigida, in cui risultava dominante la macchina come strumento, ma anche come paradigma prevalente di una prestazione di lavoro fondata sulla ripetizione, schiacciata dalla gerarchia capo dipendente, che non lasciava spazio all'autonomia e al libero esercizio della creatività. Il profilo di quella che Gianfranco Dioguardi definisce "L'impresa enciclopedia" sarà diverso. Per affrontare la complessità dovrà aumentare l'attenzione all'ascolto dei clienti, dei cittadini, degli stake holders, le cui esigenze sono destinate ad entrare nel piano strategico. L'etica, nel perseguimento delle finalità societarie, non è più un astratto fiore all'occhiello, ma una componente imprescindibile. Le ricadute di questa diversa "filosofia" faranno sentire i loro effetti anche sul delicato ambito delle remunerazioni, obbligate ad allinearsi agli obiettivi strategici e a ritrovare un'auspicabile sintonia con i ritmi di crescita del sistema produttivo. Il termine kantiano del "rispetto" fa, così, la sua irruzione nei linguaggi e nella sintassi dei capitani d'industria, generando uno scossone nell'impianto stesso del diritto societario. Gli amministratori guarderanno d'ora in poi alla molteplicità dei soggetti che ruotano attorno alle attività dell'impresa. Aprire canali di scambio e di dialogo tra tutti gli attori della filiera, sia pubblici che privati, potrà, inoltre, determinare importanti chance di rilancio per le tante aree depresse che attendono con ansia di voltare definitivamente pagina. --© RIPRODUZIONE RISERVATA