Senza Titolo

l'intervistaAlessia De MarchiSe in un treno partito da Venezia e diretto a Monaco o in coda a un ufficio pubblico incrociate una bella signora cuffiette alle orecchie, aria assorta ma non troppo, sappiate che avete avuto la fortuna di imbattervi in una cacciatrice di fenomeni letterari. E magari sta proprio ascoltando il prossimo romanzo che sbancherà in libreria scalando le classifiche dei libri più letti e cercati. Sì, perché Francesca Varotto, nata a Padova da mamma orgogliosamente altoatesina e papà altrettanto fieramente veneto, entrambi felicemente italiani, fa questo di lavoro. Dal 1998 è di casa alla Marsilio Editori di Venezia. A lei il compito, in quanto editor, di scovare i talenti della narrativa straniera da proporre ai lettori italiani. Suo uno dei colpi più interessanti del mercato degli ultimi decenni: la "scoperta" nel 2004 di Stieg Larsson l'autore della trilogia Millennium che, pubblicato da Marsilio nel 2007, ha venduto sei milioni di copie in Italia: un fenomeno. E non è l'unico: nella scuderia di talenti di Francesca Varotto c'è anche un'altra svedese Camilla Läckberg, anche lei molto amata dagli italiani. E poi tante belle pagine di letteratura straniera, non solo dei paesi nordici. Ma come si diventa cacciatori di talenti?«Questione di fiuto, di conoscenze giuste, di velocità nel capire le potenzialità di un testo e, perché no?, anche di fortuna. Di fondo c'è una grande passione per il mondo dei libri, per le storie, che mi accompagna da quando ero piccina. Ho sempre letto: dai classici per i bimbi ai gialli per ragazzi editi da Mondadori ai tempi in cui frequentavo le medie - che collana strepitosa: andrebbe rieditata -, ai polizieschi alla Agatha Christie della mia prima adolescenza. E ancora ai classici che mi suggerivano a scuola. "La montagna incantata" di Thomas Mann: che capolavoro. E poi "La collina dei conigli" di Richard Adams: un libro rivelazione, l'ho letto due volte. Come i "Buddenbrook", sempre di Mann...». Ricorda tutti i libri che ha letto?«Beh, non tutti puntualmente. Di tanti mi rimangono le atmosfere, le immagini, i personaggi. Pochi li rileggo. Tra questi "Anna Karenina" di Tolstoj. L'ho ripreso in mano a distanza di tanti anni nella traduzione di Claudia Zonghetti con una consapevolezza diversa».Com'è diventata editor di Marsilio?«Con la laurea in Lettere Classiche, mi sono presentata da Marsilio chiedendo di lavorare per loro. Ero affascinata dalla collana dei classici curata da Maria Grazia Ciani. Mi risposero con grande gentilezza offrendomi un lavoro di redazione. "No, grazie", dissi trasferendomi a Monaco, dove avevo preparato la mia tesi di laurea sul filologo tedesco Wilamowitz. Qui iniziai a lavorare in una libreria, mentre completavo un master in editoria, e poi in una casa editrice. Dopo un po' arrivò la chiamata di Marsilio che mi affidava la responsabilità della letteratura straniera. Ora vivo tra Monaco e Venezia. Le mie figlie, cresciute in Germania dove hanno fatto la maturità, hanno scelto l'Italia, una Venezia e l'altra Parma per studiare arte (Adele) e medicina (Emilia)». Com'è la vita di un editor?«Stimolante, divertente, dinamica, talvolta faticosa. Si viaggia molto. Si legge tanto, naturalmente; si frequentano le grandi fiere, soprattutto i corridoi dove si parla con più libertà e saltano fuori le novità e le indiscrezioni più interessanti: Francoforte in autunno, Londra in primavera. Conta moltissimo la rete di contatti che ti crei: agenti, scout, editor stranieri, scrittori. Consulti cataloghi, ti arrivano report fatti da lettori professionisti. La concorrenza ti obbliga a essere velocissima».Come ha scovato la trilogia di Larsson?«Battendo un po' tutti sul tempo, grazie all'amicizia con un agente svedese. Alla Fiera di Francoforte del 2004 mi ha avvicinato: "C'è una cosa speciale, l'autore è uno sconosciuto, non ho ancora i materiali. È una serie strepitosa di polizieschi. Si chiama Millennium, l'autore ne ha già prodotti due, sta completando il terzo. Si chiama Stieg Larsson, grandissimo talento. È per te: devi prenderlo". Casi che ti... scoppiano in mano. L'editor della francese Actes Sud, prima a pubblicare la trilogia fuori dalla Svezia, l'aveva letto in lingua originale. "È fantastica", mi aveva detto, "falla tua". Così alla successiva Fiera di Londra della primavera del 2005 me lo sono aggiudicata. Larsson era morto improvvisamente nel novembre dell'anno prima. I suoi libri sono stati pubblicati postumi. In Italia li abbiamo portati noi come Marsilio: investendo 33 mila euro per acquistare i diritti, ne abbiamo fatturato sessanta milioni. Davvero un fenomeno».Altri libri che le hanno regalato soddisfazioni?«L'elenco è lungo. Mi piace ricordare "L'ottava vita" di Nino Haratischwili, 1300 pagine di una bellissima saga di una famiglia georgiana. Ci sono anche delle occasioni perse: volevo tanto Nesbø ma non ho offerto abbastanza, sono arrivata tardi per Hilary Mantel, ...».E sul suo comodino cosa c'è stasera?«Piacevole lavoro: sto completando la revisione della saga di Olivier Truc, uscirà a febbraio per Marsilio». --© RIPRODUZIONE RISERVATA