Il Tar affossa il Country Club Stop al progetto Colomban

MOGLIANOPietra tombale sul progetto del "Country Club Venezia" in via Marocchesa: il ricorso al Tar dell'imprenditore Massimo Colomban dopo 6 anni si chiude con un nulla di fatto. Nel 2016, attraverso la società Quaternario Investimenti, l'imprenditore aveva presentato un ambizioso progetto di recupero per l'area dell'ex Veneland.Colomban, storico manager fondatore di Permasteelisa e fautore della riconversione del Castello Brandolini a Cison di Valmarino in hotel e centro congressi (oggi Castelbrando), a Mogliano dal 1988 è proprietario dell'area che comprende l'ex parco giochi e le vicine cave senili di Marocco: 45 ettari a due passi dalla sede direzionale delle Generali e dalle ville del Terraglio. I rapporti con le amministrazioni che si sono succedute dalla fine degli anni '80 ad oggi sono sempre stati piuttosto conflittuali. Dopo un lungo braccio di ferro, nel 2005 il consiglio di Stato, stabilì che i diritti edificatori di Colomban per l'area in questione erano limitati a 68 mila metri cubi (contro i 380 mila rivendicati dal diretto interessato). Dopo una decina di anni i piani di sviluppo dell'area sono tornati al centro del dibattito cittadino. Nell'estate del 2016 infatti Colomban, attraverso la Quaternario Investimenti, ha presentato al comune il progetto del "Country Club Venezia", un resort di lusso con residence privato e strutture sportive che combinava destinazione alberghiera e residenziale. L'area interessata oltre all'ex parco giochi Veneland (in stato di perenne degrado da quasi quarant'anni) comprende anche le cave di Marocco, un'area umida considerata di pregio che negli anni ha visto coalizzarsi molti cittadini nella costituzione di un comitato che si batte per la loro salvaguardia, chiedendo l'inserimento nella rete Natura 2000 e la creazione di un parco. L'idea del resort, con tanto di percorsi ciclopedonali interni, parco fluviale e aazienda biologica, si accompagnava anche al tentativo di ottenere, col piano casa, un aumento di cubature: almeno 30 mila metri cubi in più rispetto a quanto stabilito dal consiglio di Stato. Il Comune aveva risposto picche: con due note, a fine agosto 2016, erano stati sospesi sia il procedimento edilizio, sia la richiesta di autorizzazione paesaggistica. Da qui un nuovo contenzioso, innescato nel novembre 2016. Già all'inizio del 2017 il Tar del Veneto si era espresso in favore del Comune negando la sospensiva. Con decreto del 15 settembre scorso i giudici amministrativi hanno dichiarato il ricorso chiuso per il mancato deposito di ulteriori istanze da parte dello stesso proponente.Si torna così punto e a capo? A sentire il sindaco di Mogliano, Davide Bortolato (che nel frattempo ha provato a blindare l'habitat delle cave senili di Marocco inserendole come biotopo nel nuovo piano degli interventi) la partita è una fase di impasse: «Con Colomban ci sono stati contatti e c'è disponibilità al dialogo» commenta Bortolato «Ma dopo aver incaricato un tecnico per stabilire il reale valore ambientale dell'area delle cave, proprio Colomban gli ha negato l'accesso. Per noi la salvaguardia delle cave e i relativi margini di rispetto, sono una condizione fondamentale. --Matteo Marcon