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la giornataSandra Riccio / MilanoI carburanti sono di nuovo a livelli record. Dal 1° gennaio, vale a dire da quando il governo ha cancellato tutto lo sconto sulle accise, i prezzi al distributore sono in costante salita. La benzina nei giorni scorsi era stata segnalata a quota 2 euro in alcune stazioni di servizio. Ieri è stata la volta del gasolio che i consumatori del Codacons hanno fotografato verso i 2,5 euro al litro su alcune tratte autostradali (in modalità servito). L'associazione denuncia che ieri sulla A1 Roma-Milano il gasolio viaggiava verso i 2,5 euro al litro (2,479 euro) mentre la benzina era a 2,392 euro al litro. Ma anche sulla Torino-Savona il prezzo del gasoli è salito oltre i 2,40. Picchi «anomali» sono stati registrati anche sulle isole dove il carburante deve essere trasportato e quindi somma altri costi a quelli già elevati: a La Maddalena, in Sardegna, la benzina ieri era a 2,087 euro al litro, 2,229 euro il gasolio. A Ischia un litro di verde costava 2,054 euro, il diesel era a 2,104 euro. L'allarme è alto: i rialzi di questi ultimi giorni avranno effetti pesantissimi sulle tasche delle famiglie e delle imprese perché oltre ad aggravare la spesa per i rifornimenti determineranno ulteriori aumenti dei listini al dettaglio a causa dei maggiori costi di trasporto. In questo modo anche l'inflazione, che a dicembre si è mostrata in lieve calo, tornerà ad accelerare. Secondo i calcoli di Consumerismo, l'incremento del costo della vita potrebbe arrivare fino a un +0,6%. Contro i rincari del gasolio scende in campo anche Trasportounito che denuncia: «Le imprese di autotrasporto, anche a causa di questa distorsione, hanno raggiunto un livello di indebitamento medio ad alto rischio».Dall'inizio dell'anno, nonostante quotazioni del petrolio in deciso ribasso, sulla rete italiana continuano a fioccare gli aumenti. Guardando ai numeri, un anno fa il petrolio Brent, quello più utilizzato in Europa, costava 83 dollari al barile. Oggi le quotazioni sono più basse rispetto alla prima settimana di gennaio del 2022 e si muovono in area 78 dollari, vale a dire circa il 4% in meno. Se i valori del greggio sono scesi e potrebbero proseguire ancora in discesa, all'opposto i prezzi dei carburanti continuano a salire e sono un bel po' più in alto rispetto a un anno fa quando la tariffa della benzina si collocava a 1.764,74 euro al litro mentre il gasolio era a 1.632,10 euro al litro (dati Mise rielaborati dall'Unione Nazionale Consumatori).L'andamento registrato ieri ha spinto i consumatori a chiedere rapidamente un nuovo intervento. «I prezzi dei carburanti sembrano fuori controllo, e dopo lo stop al taglio delle accise si assiste a forti incrementi dei listini alla pompa in tutto il territorio, la cui entità non sembra in alcun modo giustificata dall'andamento delle quotazioni petrolifere - afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi -. Per tale motivo abbiamo presentato un esposto a 104 Procure di tutta Italia e alla Guardia di finanza, chiedendo di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati». Secondo il presidente di Assoutenti Furio Truzzi, «il confronto europeo dimostra come gli automobilisti italiani paghino lo scotto di una tassazione abnorme che porta i listini alla pompa ai livelli più alti d'Europa. Attualmente il nostro Paese, con una media di 1,891 euro al litro, occupa la terza posizione in Ue per il prezzo più alto del gasolio, dietro solo a Svezia e Finlandia». Assoutenti si rivolge alla premier domandandosi se «Meloni abbia contezza di tali numeri e se intenda intervenire per evitare una nuova emergenza economica che avrà inevitabili pesanti effetti diretti e indiretti per famiglie e imprese». La situazione è già all'attenzione del governo: nei giorni scorsi il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto, ha dichiarato a La Stampa che la colpa di questi rincari è della «speculazione». Il ministro aveva anche detto di essere pronto a intervenire in caso di una crescita dei prezzi «stabile e significativa». Intanto gli operatori dell'industria dei carburanti puntano il dito sul Governo: per Unem, che unisce le aziende che operano in Italia nell'ambito della raffinazione, i rincari sono legati allo stop al taglio delle accise. Assopetroli al momento preferisce non commentare. --© RIPRODUZIONE RISERVATA