Quella lastra di una tonnellata e il mistero della morte di Giuliano
CEGGIAQuella lastra di una tonnellata fa impressione solo a vederla appoggiata sui cavalletti. Crollando, non si sa ancora come sia successo, ha schiacciato il giovane ed esile corpo di Giuliano De Seta senza lasciargli scampo quel pomeriggio di settembre in via Volta a Noventa. L'autopsia ha chiarito che le lesioni erano gravissime al torace e alla testa. Insomma, il ragazzo era sotto quella lastra, forse inginocchiato o accovacciato, e non ha avuto scampo. Ma, soprattutto, in quel punto non doveva esserci un ragazzo che stava affrontando un percorso di alternanza scuola lavoro, uno stage. Al limite avrebbe potuto avvicinarsi, a distanza di sicurezza, per osservare gli operai esperti al lavoro. Il 10 marzo si terrà una prima udienza del processo in cui forse, grazie alla perizia dinamica, si potrà ricostruire una volta per tutte come sia potuto accadere questo incidente con troppi aspetti da chiarire. Sono indagati Anna Maria Zago, la dirigente scolastica dell'Itis da Vinci di Portogruaro, che ha firmato lo stage, il titolare dell'azienda Luca Brugnerotto, Sandro Borin, responsabile della sicurezza, e infine il tutor Attilio Sguerzi. Al momento la questione risarcimento rimane sospesa in attesa dell'esito del processo penale. Per il 10 marzo arriverà la perizia che potrà accertare la possibile dinamica di caduta del manufatto, sorretto da un cavalletto, ma forse non da altre catene di sicurezza. Le operazioni peritali hanno richiesto due incontri in azienda per le varie simulazioni e sono al vaglio degli inquirenti almeno due dinamiche possibili, sulla base delle dichiarazioni dell'unico testimone, un operaio che lavorava vicino a Giuliano, anche se ci sono delle incongruenze che la perizia potrà dissipare. --G. CA.© RIPRODUZIONE RISERVATA