Appennino brullo e asciutto Si scia soltanto sulle Dolomiti

BELLUNOPoca neve sulle Dolomiti, ma quando ci si guarda intorno, dalle Alpi agli Appennini, c'è da ritenersi quasi fortunati. Paradossi del clima che cambia. «Stiamo tifando per la neve sugli Appennini» dice Cristian Moretti «Continuiamo a ricevere richieste di ospitalità di sci club del centro Italia per svolgere attività da noi, sulle Dolomiti». Moretti è il direttore di Alleghe Funivie. Le piste del sistema Civetta non sono in sofferenza, hanno neve a sufficienza, anche se talune sono ancora ferme. Preoccupano, però, le temperature primaverili, la nebbia mangia-neve e lo zero termico sopra i 2.700 metri. «Ma riteniamoci fortunati» aggiunge «In Austria le aree sciistiche sono allo stremo, in Valle d'Aosta ha piovuto. In Svizzera, notizia di ieri, per gli impianti di risalita l'affluenza è calata del 24% e il fatturato del 9%, nel confronto fra l'inizio stagione 2022-2023 (dati sino a fine dicembre) e lo stesso periodo del 2021-22, che era stato peraltro molto buono a nord della Alpi, ma assolutamente catastrofico in Ticino».Piangono soprattutto gli Appennini. Dall'Emilia agli Abruzzi, passando per la Toscana e le Marche di neve proprio non ce n'è, neppure uno spruzzo. Gli operatori si sono rivolti, disperati, all'Anef, l'associazione degli impiantisti. «Abbiamo attivato il ministro Santanché che si è subito mossa: bisogna programmare i necessari ristori» ammette il presidente regionale Marco Grigoletto «Ci sono stazioni importanti, ben attrezzate, completamente inattive. E con previsioni zero di nevicate».Per Renzo Minella, direttore dell'area marketing di Falcade e San Pellegrino, l'importante è non consumare neve e difendere quella che c'è, in attesa che cali la temperatura e si riprenda a produrne. I primi cali si sono riscontrati la notte scorsa. A Natale l'innevamento si era presentato ottimo, solo in questi primi giorni a causa dell'umidità e della nebbia c'è stata qualche difficoltà in taluni comprensori, per fortuna non dappertutto. «È una neve primaverile, come quella di marzo» si fa notare a Cortina «la mattina è perfetta ma poi a mezzogiorno i frequenti passaggi, e siamo contenti ci sia tanta gente, creano dei dossi e serve più attenzione».Minella conferma che fino a domenica gli appassionati continueranno a garantire una presenza massiccia. «Temevamo qualche defezione per il Natale ortodosso, da parte dei nostri amici dell'Est, invece riscontriamo che per i prossimi giorni sono in arrivo numerosi romeni». Sono rimasti a casa, invece, i russi di Cortina.In previsione del flusso in arrivo per il ponte dell'Epifania, l'Arpav mette in guardia dall'avventurarsi nelle zone di rischio valanghivo. «Sono sempre possibili distacchi provocati di valanghe a lastroni soprattutto dove è presente della neve ventata e nelle esposizioni settentrionali dove sono presenti strati interni fragili: in singoli casi gli inneschi delle valanghe potranno avvenire già con debole sovraccarico» afferma il direttore Arpav di Arabba, Gianni Marigo «Lungo i pendii meridionali sono possibili singole valanghe lungo i pendii ripidi a fondo erboso. Le temperature miti di questo periodo hanno ridotto la copertura nevosa lungo i versanti al sole e ridotto anche gli spessori. In settimana sono state osservare valanghe di media grandezza lungo i pendii ripidi soleggiati e singole valanghe di slittamento». --Francesco Dal Mas© RIPRODUZIONE RISERVATA