L'incontro felice con Papa Ratzinger «Raffinatissimo»

la storiaCorreva l'anno 1967 quando i veneziani Franca e Gianfranco Ferrarese si spostarono a Tubinga per conoscere di persona Joseph Ratzinger, a quel tempo già noto professore di Dogmatica e patrologia. All'epoca erano due giovani di appena 28 anni, lei laureata in Economia e lui in Lettere, entrambi decisi a servire la Chiesa e ad approfondire gli studi sul cristianesimo. Insieme avevano deciso di spostarsi in Germania seguendo il suggerimento di Don Giuseppe Dossetti, eletto nell'Assemblea Costituente e in seguito presidente del Centro di Documentazione a Bologna, diretto da Giuseppe Alberigo. «Siamo rimasti in Germania fino al 1970 seguendolo poi all'Università di Ratisbona e ci siamo sempre tenuti in contatto. L'ultima volta che lo abbiamo visto fisicamente è stata nel corso della sua visita a Lorenzago, ma i rapporti non si sono mai interrotti», racconta Franca Ferrarese che ha condiviso con il marito, docente di Storia del cristianesimo a Ca' Foscari ora in pensione, un percorso spirituale. «Aveva 40 anni quando lo abbiamo incontrato per la prima volta, ma si era affezionato a noi tanto che diceva che mio marito non era un suo allievo, ma un giovane collega. Grazie a mio marito Ratzinger conobbe la figura di Rosmini che in Germania non era molto conosciuta», ricorda la moglie del professore. «Era un uomo già con i capelli bianchi, raffinatissimo e con una fede radicata nel cristianesimo delle origini. Quando gli chiedemmo se voleva che parlassimo in tedesco ci disse con ironia che se voleva fare carriera ecclesiastica doveva parlare in italiano e praticarlo». Il legame che si è creato con la coppia negli anni è stato così profondo che nell'ultimo libro pubblicato da Chirico di Ferrarese, "Tradizione e progresso nella teologia di Antonio Rosmini", nella copertina c'è l'immagine di Ratzinger. --V.M.© RIPRODUZIONE RISERVATA©