Rebellin morto a causa dei traumi lo conferma l'esito dell'autopsia
vicenza«Davide Rebellin è morto per trauma toracico e addominale da schiacciamento». Non c'erano molti dubbi a riguardo, ma l'autopsia sul corpo del campione di ciclismo, portata a termine ieri pomeriggio dall'anatomopatologo forense Vito Cirielli, ha confermato quanto si pensava. All'esame hanno partecipato anche gli esperti di parte, la dottoressa Rossi per la famiglia Rebellin e gli esperti Pigaiani e Tagliaro per il pool che tutela gli interessi dell'autotrasportatore tedesco Wolfgang Rieke. Proseguita fino a poco prima delle 17, ha sostanzialmente confermato che non ci sono stati malori o problematiche di altro tipo rispetto al tragico impatto con il camion condotto da Rieke il 30 novembre. Tra i traumi che sono stati riscontrati e catalogati sul corpo del campione, il principale sembra essere stato quello toracico-addominale, causato dallo schiacciamento dalle ruote del camion. Quando la procura avrà in mano la relazione, potrà far scattare la "super perizia" che cercherà di illuminare gli angoli ancora oscuri della tragica morte del ciclista, chiarendo la dinamica. Pare che la ricostruzione stia facendo passi avanti, ma la procura lavora mantenendo il più stretto riserbo. La mattinata di ieri, nei corridoi del tribunale, è stata frenetica. Il legale della famiglia di Rebellin, Davide Picco, e l'avvocato di Rieke, Andrea Nardin, attendevano l'affidamento dell'incarico per far scattare l'autopsia e mettere la parola "fine" almeno a questa prima parte dell'indagine. La famiglia, infatti, vorrebbe avere al più presto il nullaosta (atteso al massimo per questa mattina) per organizzare il funerale del campione di ciclismo. Che, probabilmente, potrebbe tenersi giovedì a Lonigo.Solo che, a dimostrazione di quanto sia delicata la situazione, quello che sembrava essere solo un passaggio "formale" - cioè la notifica a tutte le parti in causa dell'avvio dell'esame autoptico - si è trasformato in un piccolo "intrigo" internazionale. La notifica, infatti, era giunta a tutte le parti in causa, ma non c'era la certezza che l'atto fosse arrivato direttamente nelle mani di Rieke, che in questo momento si trova in Germania e non è sottoposto ad alcun tipo di misura cautelare. Così, la procura ha dovuto effettuare una verifica puntuale tramite la polizia tedesca. Una volta arrivato l'ok, è stato affidato l'incarico. Se per qualche ragione Rieke non avesse ricevuto la notifica e fosse stato affidato l'incarico per l'esame autoptico, ci sarebbe stato il serio rischio di dover cestinare gli esiti dell'autopsia per questo vizio di forma. Un passaggio, questo, che testimonia ulteriormente la delicatezza di ogni passo che viene mosso dalla procura e della necessità di muoversi con i piedi di piombo per evitare di compromettere parti di un'indagine minuziosa e delicatissima. Ora, sia per Picco, sia per Nardin (che comunica con Rieke tramite uno studio legale tedesco, perché l'autotrasportatore non parla italiano) è difficile stabilire quale sarà il prossimo passo. L'unica cosa che sarà possibile fare, quando la procura affiderà la "super-perizia", sarà nominare dei periti di parte, che possano assistere alle verifiche e alle ricostruzioni. Sembra che ci vorrà ancora del tempo. Per quello che è stato possibile capire fino a questo momento, secondo la ricostruzione della procura, che coordina le indagini svolte dai carabinieri, Rieke avrebbe travolto Rebellin sulla rotatoria della Fracanzana e poi si sarebbe fermato nel parcheggio del ristorante albergo "La Padana", a Montebello. Dopodiché l'autotrasportatore tedesco sarebbe sceso dalla cabina e si sarebbe avvicinato alla vittima, come dimostrerebbe la fotografia scattata da un testimone e acquisita dalla procura. Il camionista si sarebbe dunque reso conto di quello che era successo. Ciononostante, si era allontanato ed era ritornato in Germania, dove era stato rintracciato dalla polizia tedesca nel tardo pomeriggio del giorno successivo. --© RIPRODUZIONE RISERVATA