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Si è svegliato e ha fatto colazione, poi l'improvviso malore: nonostante i tentativi di rianimazione del personale medico, è morto. Un 43enne di Gaiarine in provincia di Treviso è deceduto nei giorni scorsi nel carcere di Venezia, dove si trovava detenuto per una vicenda che l'aveva visto coinvolto nello spaccio di droga. Il tribunale di Pordenone l'aveva condannato a 4 anni e 8 mesi. Stava ora attendendo il processo d'appello, per dimostrare la sua innocenza. Ma giovedì mattina si è consumato il dramma, sul quale farà luce la Procura di Venezia. Il pubblico ministero ha disposto l'autopsia, che verrà effettuata giovedì prossimo, per chiarire con precisione la causa dell'improvviso malore. Sono escluse al momento responsabilità di terze persone, ma l'uomo stava bene e la magistratura vuole fugare ogni dubbio. «Tutti si sono attivati in modo tempestivo per cercare di salvarlo, ma purtroppo non c'è stato nulla da fare. Attendiamo l'esito dell'autopsia», spiega il suo legale, l'avvocato Giuseppe Basso, che aveva assistito il 43enne in sede processuale insieme all'avvocato Massimo Scantamburlo. Non c'erano stati segnali, anzi quella stessa mattina il 43enne aveva fatto regolarmente colazione. Poi, tornato in cella, si è sentito male. Sono stati gli stessi compagni ad allertare le guardie penitenziarie.Dal carcere di Santa Maria Maggiore è stato richiesto anche l'intervento dell'elisoccorso, però il cuore dell'uomo non ha più ripreso a battere. Sconvolti dal dolore i familiari che abitano a Gaiarine. Anche il sindaco Diego Zanchetta esprime il cordoglio del paese. «Esprimiamo la vicinanza alla famiglia», dice il primo cittadino. Il 43enne nel settembre 2021 era stato tra i cinque arrestati di una vasta operazione antidroga eseguita dai carabinieri di Sacile, che avevano smantellato un giro di cocaina e marijuana tra Pordenonese e Trevigiano. Era stato ammesso ai domiciliari e aveva avuto il braccialetto elettronico. Secondo l'accusa era un "braccio esecutivo" del capo spacciatore. Lo scorso settembre il rito abbreviato di fronte al gup e la pesante condanna a quasi 5 anni di reclusione, contro la quale aveva presentato appello, intenzionato a dimostrare la propria innocenza. --DIEGO BORTOLOTTO© RIPRODUZIONE RISERVATA