Nuovo debito l'Ue si spacca Pnrr, Roma sotto esame

BRUXELLESSi fa presto a dire che «il Next Generation EU non è più sufficiente» e che «bisogna fare di più a livello Ue, a partire dal caro-energia». Ma tra il dire della premier Meloni e il fare dell'Ue c'è di mezzo il mare di dubbi che alcuni dei principali governi continuano a sollevare. In primis quello tedesco, che ieri - tramite il ministro delle Finanze, Christian Lindner - ha ribadito netta contrarietà a nuovi strumenti di debito comune: «Cancellerebbe la nostra competitività e la nostra stabilità». Sulla stessa lunghezza d'onda l'olandese Sigrid Kaag: «Prima di introdurre nuovi strumenti, bisogna fare il punto su quelli che sono già in campo».L'occasione per discutere all'Eurogruppo dell'ipotesi di emettere nuovo debito comune è stata offerta dalla diatriba in corso con gli Stati Uniti per l'Inflation Reduction Act da 430 miliardi di dollari, considerato discriminatorio. Per il governo francese la strada per rispondere è solo una: «Anche l'Europa deve dotarsi di uno strumento simile», istituendo un fondo sovrano per aiutare le proprie imprese. Proposta subito sposata dal ministro Giorgetti: «Qualsiasi intervento deve essere preso a livello europeo, preservando l'integrità del mercato unico». La questione potrebbe planare sul tavolo del Consiglio Ue della prossima settimana e Meloni dovrà fare asse con Macron. Pochi giorni prima la Commissione pubblicherà il suo giudizio sulla manovra italiana. Sotto i riflettori ci sono l'estensione della flat tax alle partite Iva con reddito fino a 85mila euro - che non si può fare senza una deroga ad hoc di Commissione e Consiglio - e la norma che elimina le sanzioni ai commercianti sprovvisti di Pos. L'Italia potrebbe decidere di andare avanti sulla prima, ma sulla seconda c'è il rischio di mettere in discussione i fondi del Pnrr. A Bruxelles ci sono un po' di malumori per alcuni atteggiamenti «poco collaborativi» da parte dell'esecutivo, tra cui il cambio di posizione sulla ratifica del Mes e il continuo scaricabarile sulle responsabilità del governo precedente che secondo una fonte Ue «serve a coprirsi le spalle». Intanto ieri i tecnici della task force Recovery sono tornati a Bruxelles dopo la missione a Roma e fonti europee raccontano che la nuova governance del piano - ora sotto la responsabilità del ministro Raffaele Fitto - rischia di creare qualche intoppo. La linea Ue è sempre la stessa: una modifica del Pnrr è possibile, ma solo su alcuni progetti specifici. -- M.BR.