Battute, non liti fra Zaia e De Luca Piace il "minimo garantito" Lep

MILANOL'arguzia di Arlecchino, la verve di Pulcinella. Al Festival delle Regioni inaugurato nella metropoli meneghina, Luca Zaia e Vincenzo De Luca rubano la scena ad un confronto istituzionale discretamente soporifero. Un duetto, il loro, che ravviva lo scontato copione della querelle Nord/Sud sul versante dell'autonomia: «Meno male che ci siamo noi ad animare la discussione», ridacchia il veneto; «Che Paese triste sarebbe, altrimenti», chiosa il campano.Federalismo equo e solidale, sburocratizzazione radicale, assunzione diretta di poteri e responsabilità: d'accordo su tutto? «Tranne che sulla gastronomia», punge il presidente dem «alla Mostra del Cinema il tanto decantato fegato alla veneziana manco c'era...»; «Ma va là, l'avrai cercato al ristorante Vesuvio, guarda che la tutela europea della pizza napoletana l'ho portato a casa io da ministro». Non solo avanspettacolo. In apertura, a svelenire il clima sono valsi il richiamo ecumenico del premier Giorgia Meloni ("Niente fughe in avanti") e le rassicurazioni del ministro Roberto Calderoli circa la definizione - preliminare alla riforma - dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni civili e sociali. Decriptato dal lessico di palazzo: in materia di welfare (sanità, assistenza e istruzione, in primis) la Costituzione riconosce un "minimo garantito" agli italiani di ogni latitudine: finora tale diritto è rimasto sulla carta ma ora la sua attuazione è dettata da un esplicito articolo della legge di bilancio 2023. L'ottica di coesione espressa dal governo - apprezzata dal pugliese Michele Emiliano, tra i più critici circa i rischi di una devolution senza regole - è condivisa dal presidente della conferenza, Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia, che rilancia così la sfida: «Personalmente sono stufo del ritornello secondo il quale le regioni sudiste non sarebbero all'altezza dell'autonomia, mi sembra sia un'umiliazione del Mezzogiorno che invece ha tutte le capacità per riuscire a dare risposte importanti al proprio territorio».Sullo sfondo, la road map di Calderoli: bozza "riscritta" della legge d'attuazione in consiglio dei ministri prima di Natale; prossimo anno dedicato alla messa a punto dei Lep (con cabina di regia ministeriale) e all'esame legislativo in commissione bicamerale; approdo della riforma in Parlamento nel gennaio 2024 previa sottoscrizione delle intese sulle singole materie. Nodi insoluti? Su tutti, la partecipazione regionale al gettito tributario, prevista dalla norma costituzionale ma accolta alla stregua di una sciagura dalle regioni svantaggiate. Torniamo al sornione Zaia: oggi, a conclusione dei lavori, ascolterà le parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nella Villa Reale di Monza, e in serata saltabeccherà a Roma per la presentazione del suo libro, "I pessimisti non fanno fortuna", ad opera del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Nel frattempo, ribadisce il mantra - «Ci troviamo ad essere i portabandiera della Costituzione, l'Italia attuale a due velocità è figlia di una gestione eccessivamente centralista» - liquida con un'alzata di spalle la proposta di macroregione lombardo-veneta-emiliana lanciata da Letizia Moratti («In campagna elettorale ne sentiremo di tutti i colori...») e rispolvera, udite udite, le neglette Province: «Funzionavano, ed è un bene che tornino ad essere elettive, con una chiara legittimazione popolare. Io ci credo fino in fondo: ha presieduto per due mandati la Provincia di Treviso, so di cosa parlo». Sullo sfondo, ma neanche troppo, le convulsioni congressuali della Lega, dove cresce l'insofferenza verso la leadership di Matteo Salvini: «In questa fase c'è bisogno di unità e non di divisioni. Il nostro è un grande partito ed è inevitabile che ci siano estrazioni sociali, culturali e anche ideologiche diverse. Come diceva Bossi: da soli si fa prima, ma insieme si fa più strada. Una volta al piccolo Giosuè Carducci assegnarono un tema sulla mamma e lui scrisse solo una riga: mia madre è mia madre. Ecco, per me esiste la Lega, punto e basta». Musica per le orecchie del diavoletto Crozza. --Filippo Tosatto© RIPRODUZIONE RISERVATA