Anarchici, il processo va alla Consulta «Attentato non paragonabile a Capaci»
il casoGiuseppe Legato / torinoIl reato contestato - strage politica - lo prevede come pena fissa. Ma non sarà con ogni probabilità condannato all'ergastolo Alfredo Cospito, ideologo del Fai (Federazione anarchica informale), 56 anni, accusato di aver piazzato due ordigni esplosivi nella caserma degli allievi carabinieri di Fossano (Cuneo). La corte d'Assise d'Appello di Torino ha sollevato questione di legittimità di fronte alla Corte Costituzionale. Perché Cospito avrebbe diritto ad accedere alle attenuanti per lieve entità del fatto ("a sua volta legata alla tenuità del danno") non essendoci stati né feriti né morti in quell'azione. Una questione tecnica, ma che impatta eccome sul merito dell'ergastolo. Perché, a questo punto - Consulta permettendo - si potrebbe sostenere che le due bombe ad alto potenziale di pericolosità sistemate nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006 sono una strage di minore gravità. In parte era la linea degli avvocati di Cospito nonché di una serie di autorevoli intellettuali che negli ultimi mesi hanno lanciato una campagna di contributi per spiegare che no, non si può infliggere l'ergastolo per azioni senza morti né feriti. Per dirla con le parole dell'avvocato Gian Luca Vitale «non si può utilizzare lo stesso metro sanzionatorio di Capaci e non si possono mettere sullo stesso piano 500 kg di tritolo e 500 grammi di polvere pirica» (con bulloni ndr). Ora, fatto salvo che per la Cassazione - e il dato è definitivo nel merito - quell'azione fu strage politica Cospito avrebbe diritto alle circostanze diminuenti. Che si sarebbero annullate con l'aggravante della recidiva reiterata per effetto dell'articolo 69 del codice. Cosa che per la Corte di legittimità era incostituzionale già in una precedente pronuncia. Ora l'anarchico lottarmatista rischia una pena tra 20 e 24 anni. Per dovere di cronaca, va raccontato che il procuratore generale Francesco Saluzzo, con un'articolata requisitoria, aveva chiesto la condanna all'ergastolo per Cospito e 27 anni e un mese per la Beniamino, ma certo non era uscito dall'alveo del codice. Che per la strage politica prevede il fine pena mai. Un abominio secondo alcuni quando gli effetti degli attentati sono circoscritti a un atto dimostrativo. Troppo «per una strage senza strage» come ha ricordato in aula l'imputata. Dal carcere di Sassari dove è detenuto in regime di 41 bis, Cospito ha detto: «Sono stato raffigurato come un sanguinario, definito come un professionista degli esplosivi, ma così non è. Ho fatto una sola azione violenta, a Genova ho sparato a un dirigente dell'Ansaldo colpendolo con una pistola a una gamba». Ancora: «Mi sono stufato di questa campagna massmediatica per la quale qualsiasi cosa accada nel mondo la si riconduce a me. Non sono un leader».È sembrato dire: con la Grecia e l'attentato alla diplomatica italiana Susanna Schlein non c'entro niente, ma siccome la pista è quella di un atto di solidarietà nei confronti del rischio dell'ergastolo non ha rifiutato questa eventualità. --© RIPRODUZIONE RISERVATA