In classe con 5 maschi Il Tar boccia ricorso di coppia di genitori
pellestrinaPrimo round a favore delle scelte della dirigente scolastica dell'istituto comprensivo Franca Ongaro di Lido-Pellestrina, trascinata davanti al Tribunale amministrativo da una coppia di Pellestrina per aver messo la loro figlioletta di 5 anni in prima elementare con cinque maschi, formando un'altra classe a tempo pieno con 22 alunni e alunne. I giudici del Tar hanno, infatti, respinto la richiesta con la quale l'avvocato Rodolfo Romito - per conto dei due genitori, preoccupati che la figlia non possa trovare amichette con le quali confrontarsi e crescere - chiedeva che venisse sospesa la ripartizione attuale, optando per la formazione di due classi con ugual numero di bambini e bambine, ricordando che il minimo previsto dalla norma è di dieci per aula. La dirigente aveva spiegato di aver agito per accogliere tutte le richieste di tempo pieno avanzate dalle famiglie, riunendo nell'altra classe i bambini i cui genitori hanno optato per l'orario ordinario.Ora i giudici spiegano che la scuola ha agito nell'interesse di tutti, perché in un'isola l'alternativa poteva essere il trasferimento in un'altra isola: nel caso specifico, a Chioggia o al Lido. Per il Tar , «la deroga al numero minimo degli alunni iscritti alla classe soggetta al tempo ordinario appare giustificata, oltreché dal particolare status della minore anticipataria (che nel primo anno non può essere assegnata ad una classe in cui vige il tempo pieno, cui è peraltro iscritto anche un minore affetto da grave disabilità) e dal contingentamento delle risorse assegnate, dalle evidenti specificità del contesto insulare, le quali richiedono di attivare soluzioni dirette a scongiurare il trasferimento di una parte dei minori in una sede scolastica sita in un'altra isola e i gravosi spostamenti cui alcuni genitori (e, tra di essi, i ricorrenti) dovrebbero provvedere in tale evenienza». La decisione della scuola è, per i giudici, «un plausibile punto di equilibrio». I genitori, se vorranno, potranno ricorre in appello. --roberta de rossi