Senza Titolo
Ci mancava solo il de bello gallico versione Meloni. O versione Salvini? Già, perché a imbarazzare Macron e a irritare Marine Le Pen, sovranista in casa sua come Giorgia e Matteo vorrebbero a casa loro, pare sia stato proprio il tweet con il quale il leader della Lega ha salutato la decisione francese di far sbarcare i migranti della Ocean Viking provenienti da Catania. «L'aria è cambiata», ha twittato, facendo apparire Macron come un perdente, cosa inaccettabile per chiunque, figuriamoci per un francese.E vabbè, la frittata è fatta, e bisogna rimediare. Meloni certo si convincerà di essere vittima della Francia e della Ue: «Sono rimasta molto colpita dalla reazione aggressiva, incomprensibile e ingiustificata», ha detto ieri, ma oltre alla comunicazione da curare ci sono i problemi da risolvere. Ha ragione da vendere quando rivendica maggiore attenzione per l'Italia, costretta da ragioni geopolitiche a fare da primo porto sicuro di destinazione, e quando denuncia la scarsa collaborazione degli altri (anche se la Germania si è presa oggi un milione di ucraini e ieri di siriani). Ma la questione migranti è assai delicata, complessa e va affrontata con la dovuta prudenza, intessendo alleanze, convincendo gli altri. Per dirla con Mattarella è un' «opera paziente» che non ha niente a che vedere con respingimenti, selezione umana, "carico residuale" e gaffe internazionali: ingenuità, inesperienza, esibizioni muscolari. Fin dall'esordio, la premier ha cercato di mostrare alle cancellerie d'Europa che nulla sarebbe cambiato nel dopo Draghi, e infatti il suo primo viaggio è stato a Bruxelles; Salvini invece insegue i consensi perduti. Lei ha cercato di disarmarlo tenendolo lontano dagli Interni, lui ha reagito posando una mano sulla spalla del ministro Piantedosi, suo capo di gabinetto quando era al Viminale, e vantandosi di condizionare l'agenda di governo. Un braccio di ferro pernicioso.Non poteva poi esserci momento peggiore per una crisi diplomatica, e proprio con la Francia di Macron con il quale Draghi e Mattarella avevano costruito una nuova alleanza con il Trattato Quirinale per chiudere la fase dei gilet gialli cari al Di Maio che fu. Tutto da rifare. Ora siamo più soli mentre incombono crisi energetica, il Pnrr e le trattative sui vincoli "stupidi" del patto di stabilità. Appuntamenti ai quali non conviene presentarsi da soli, regola universale che vale di più per l'Italia rimproverata per vizi e contraddizioni: ospitiamo molti meno immigrati di altri; vantiamo il record del debito pubblico, ma anche quelli dell'evasione fiscale e del risparmio privato; il Pnrr ci ha dato più soldi di tutti gli altri, ma Meloni dice che ne vorrebbe di più. Intanto Moody's smentisce il governo e taglia le stime di crescita del Pil.La strada per cancellare gli errori passati e presenti è lunga e accidentata, ma sarebbe davvero assurdo che proprio la massima teorica della difesa dell'interesse nazionale dovesse certificare la marginalizzazione e l'isolamento della sua Nazione. --© RIPRODUZIONE RISERVATA