Un'app per denunciare in modo anonimo gli incidenti senza feriti
Mitia Chiarin"Near Miss" è il termine inglese che indica un incidente che non ha provocato un infortunio. Un incidente sfiorato come può accadere con una chiave inglese che cade dall'alto senza colpire nessuno; uno scaffale di una libreria che frana senza ferire alcuno; un pezzo metallico che salta in aria durante una lavorazione e sfiora un operaio. Nel 1931 lo studioso Heirinch con una ricerca evidenziò che questi eventi sono frequentissimi e rappresentano la base, ampia, della piramide del rischio. Eppure novant'anni dopo questi eventi sono quelli meno valutati e considerati quando si parla di incidenti. «Eppure per ogni incidente mortale si calcolano 29 episodi di ferimento e ben 300 episodi rischiosi senza infortuni», spiega il docente dell'Università di Ca' Foscari, Gianni Finotto che, nell'ambito del Protocollo d'Intesa siglato tra Azienda USLL3 Serenissima, COBIS e CPR del Veneto, ha creato una app che sarà la base per alimentare la prima banca dati "Near Miss" a livello nazionale, formalizzata da un accordo tra Spisal e Organismi Paritetici. Si comincia dalla platea di preposti, capi reparto, responsabili della sicurezza e lavoratori che partecipano ai corsi di formazione alla sicurezza sul lavoro. Per accedere alla app basta orientare il proprio smartphone su un QR Code e si entra immediatamente nella fase attiva dove sarà possibile rispondere ad una serie di domande sia digitando sia usando il microfono per la dettatura. La sperimentazione è stata avviata ed evidenzia la facilità dell'uso, in forma anonima, per costruire una banca dati utilissima per le misure sulla sicurezza del lavoro. La banca dati è gestita dal COBIS Comitato Bilaterale per la Sicurezza dell'Artigianato del Veneto ed i risultati saranno pubblicati a titolo gratuito ed impiegabili in, primo luogo, dagli organismi paritetici territoriali per la sicurezza e dagli organi di vigilanza. Periodicamente, saranno diffusi i dati, dopo validazione statistica, che permetteranno di orientare politiche concrete di prevenzione a livello aziendale e di settore, focalizzare i punti critici; porre in atto miglioramenti sia in forma puntuale che strategica, permettere azioni di vigilanza di qualità orientata alla prevenzione, promuovere nuove campagne di sensibilizzazione, impostare percorsi di informazione e formazione. L'iniziativa è stata illustrata nella sede di Eba a Marghera con la partecipazione di Nicoletta Ballarin (direttrice Spisal Ulss 3, Silvana Fanelli (coordinatrice Cobis Veneto), Gianni Finotto (spin off Head Up Università Ca' Foscari Venezia) e Loris Pancino (coordinatore Cobis Venezia e rappresentante della Cna). L'obiettivo è quello di utilizzare i dati, che arrivano direttamente da lavoratrici e lavoratori, per creare nuove politiche e misure di intervento che prevengano davvero la piaga degli infortuni sul lavoro, utilizzando il "tesoro" dei dati. Una necessità evidenziata anche da chi per i medici dello Spisal che indagano su eventi drammatici, che potevano essere evitati mettendo in atto misure e correttivi che ne disattivano la portata tragica. Alla presentazione era presente anche il dottor Magarotto, che per anni ha diretto lo Spisal veneziano e che oggi collabora con il gruppo del professor Finotto per questa sperimentaazione rivolta per ora al mondo delle aziende dell'artigianato. --