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La storiaGabriele BeccariaUn giorno gli dei tacquero. Le statue furono staccate dai basamenti e deposte nelle acque calde, gli ex voto adagiati sul fondo della piscina rituale, le monete sparse qua e là. Era il V secolo d.C. e l'ordinata operazione di smantellamento del sito sacro è diventata una capsula del tempo.Ora si è svelata, a San Casciano dei Bagni, vicino a Siena, e - spiegano gli archeologi - ci restituisce il più grande ritrovamento di figure femminili e maschili in bronzo di età etrusca e romana, in Italia e nel Mediterraneo. Una scoperta da togliere il fiato.Ventiquattro statue, di divinità benigne e di mortali sofferenti, che si erano affidati ai loro poteri taumaturgici. Riemergono le effigi di Igea e di Apollo. La prima, dea della salute e dell'igiene. Il secondo, incarnazione della musica e ispiratore di profezie, protettore delle scienze e delle arti mediche. Tornano da un passato lontano, tra il II e il I secolo a.C., così come le voci dei fedeli, intrappolate nelle iscrizioni con le firme di famiglie potenti dell'Etruria, come i Velimna e i Marcni.«Il santuario appare come un laboratorio di ricerca sulla diversità culturale nell'antichità, testimonianza unica delle mobilità etrusca e romana» , sottolinea Jacopo Tabolli, direttore del progetto di scavo ed etruscologo dell'Università per Stranieri di Siena. La Toscana degli Etruschi sta completando la sua metamorfosi nella Toscana dei Romani e il sito miracoloso di Bano Grande, con i volti ipnotici delle statue che lo decorano, rappresenta un'isola pacifica in un mondo di ferro e sangue. Le città etrusche hanno perso o stanno perdendo libertà e identità, eppure il santuario intreccia un'eredità che Roma non dimenticherà (secoli dopo, l'imperatore Claudio, avrebbe dettato i Tirrenikà, una monumentale Storia degli Etruschi in 20 libri e in lingua greca, di cui, purtroppo, non ci è pervenuto nulla).Il fango caldo, invece, ha preservato le statue e ha sigillato migliaia di monete, oltre che in bronzo anche in oro e in argento. E ha miracolosamente salvato le riproduzioni delle parti del corpo che dovevano essere guarite dai celesti interventi. Un tesoro sotto la lente di team multidisciplinari: archeologi accanto a geologi, archeobotanici accanto a numismatici. Poi, tra non molto, tutto sarà visibile ai profani in un nuovo museo e in un parco archeologico a San Casciano. --© RIPRODUZIONE RISERVATA