Dal via libera del Governo alle barricate del territorio
«Se si possa riprendere con le trivellazioni non lo deve dire la politica e nemmeno le società coinvolte: lo deve dire la scienza, possibilmente la scienza indipendente». Luigi D'Alpaos, professore emerito di Idraulica e Idrodinamica all'Università di Padova, sa bene con quanta cautela vada maneggiata questa materia. «Questo è un campo in cui indietro non si torna. Trivellare significa innescare processi irreversibili. Ecco perché io dico: meglio patire il freddo che rischiare di fare danni permanenti». Così la Scienza definisce l'orizzonte delineato dal Governo Meloni, che ha dato il via libera alle trivellazioni in Italia e nelle acque territoriali del Paese, per rilanciare la produzione di gas e sostituire quello che non arriva più dalla Russia. Ma in Polesine è già rivolta. Moreno Gasparini, presidente del Parco Delta del Po, annuncia: «Abbiamo già fatto ricorso contro le trivelle. Ci siamo opposti al Decreto 116 del 29 marzo 2021. Ora però ci rimetteremo in moto, non è accettabile un rischio del genere per questo territorio». L'ente che tutela lo sviluppo di quest'area naturalistica si era già mosso quando il progetto era ancora in fase embrionale, dando mandato allo studio Bm&A di Treviso di fare ricorso contro la Po Valley, la multinazionale australiana che era stata autorizzata ad avviare le ricerche sul fondale marino. Il ricorso è stato inviato al Tar del Lazio, mentre un altro è stato tradotto in inglese e consegnato alle autorità australiane. Il Parco comprende 9 comuni: Adria, Ariano Polesine, Corbola, Loreo, Papozze, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina e Taglio di Po. «Siamo tutti compatti. Ricordo, inoltre, che ne fanno parte anche la Regione Veneto e la Provincia di Rovigo», ricorda Gasparini, chiamando in causa anche la Regione. Proprio il presidente Luca Zaia, qualche anno fa, si era detto decisamente contro la ripresa delle trivellazioni sui fondali del Polesine. Ora però il governatore della Regione Veneto nicchia, per non sconfessare la linea del Governo "amico" da cui dovrebbe arrivare il via libera alla tanto agognata autonomia. L'incubo, sul Delta del Po, è rappresentato da una parola strappata alla Geologia: la subsidenza, cioè il progressivo abbassamento del suolo. «Il mare sale per il riscaldamento globale e noi lasciamo che il suolo si abbassi? Qui abbiamo anche il Po e i 230 mila abitanti vivono sereni perché il sistema arginale regge. Ma siamo sicuri che continuerebbe a reggere? ». --e. fer.