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«Personalmente penso che una possibile soluzione per il controllo dei flussi turistici a Venezia - ormai in costante aumento - sia quella dell'ingresso a fasce orarie, impedendo soprattutto l'accesso indiscriminato e continuato all'area compresa tra Rialto e Piazza San Marco, quella maggiormente in sofferenza. E favorendo così la visita ad altre zone della città di grande pregio, ma che oggi non sono frequentate dai visitatori, semplicemente perché non le conoscono ».Vittorio Sgarbi - è lui che parla - è da pochi giorni sottosegretario al Ministero della Cultura, ricoprendo un ruolo che aveva già ricoperto per un breve periodo dal 2001 al 2002 quando il ministro era Giuliano Urbani, con una burrascosa interruzione del rapporto istituzionale legata alle decisioni che si volevano assumere rispetto alla possibile cessione ai privati di parte del patrimonio artistico italiano. Ora che è tornato nella sede ministeriale di Via del Collegio Romano, anche Venezia _ città che ama da sempre e a cui è legato anche parte del suo percorso professionale, quando era funzionario della Soprintendenza e poi soprintendente - è , evidentemente, nei suoi pensieri.I flussi turistici a Venezia sono ormai fuori controllo, specie nei week-end e nei ponti festivi e i giornalieri imperversano. Crede che l'ingresso a fasce orarie potrebbe migliorare la situazione?«Credo di sì, è un'idea che ho da tempo e che avrebbe anche il vantaggio di far conoscere a chi viene a Venezia parti della città bellissime, come l'Arsenale, San Francesco della Vigna o San Pietro di Castello che oggi non sono visitate, perché fuori dai circuiti proposti dai tour operatours. Si avrebbe così una naturale diffusione sull'intera città storica dei flussi turistici, impedendo l'intasamento dell'area Marciana e delle aree limitrofe e spalmando invece le presenze giornaliere su tutta la città storica». Ma lei sa bene che chi viene a Venezia per una giornata o anche solo per poche ore vuole assolutamente visitare Piazza San Marco. Come convincerlo a rinunciarvi? «Impedendogli di farlo, se non in una fascia oraria prefissata. E indirizzandolo appunto verso altri itinerari, comprese le isole della laguna. È come andare a teatro, la Fenice ha una determinata capienza e oltre non si può andare. Chi non trova posto per uno spettacolo deve orientarsi su un'altra data o fare altro».Questo presuppone, evidentemente, una prenotazione della visita a Venezia per fascia oraria e anche, evidentemente, un limite di capienza e un controllo degli accessi all'area Marciana, per impedire che chi non rientra in una determinata fascia oraria possa accedervi.«Non sta a me indicare quali possano essere gli strumenti tecnici per raggiungere questo risultato, ma personalmente credo si debba andare in questa direzione che favorirebbe appunto una migliore conoscenza della città. Non credo che chi ha programmato di venire a Venezia, rinunci solo perché non può avere l'accesso continuativo e indiscriminato a San Marco, accetterebbe la regolamentazione».A proposito di regolamentazione, cosa pensa dell'istituzione del contributo d'accesso alla città per i turisti giornalieri, che dovrebbe scattare dall'inizio del prossimo anno, su iniziativa del Comune di Venezia? Se ne discute moltissimo e con pareri anche contrapposti.«Personalmente - ma è appunto solo la mia opinione -. non sono favorevole al contributo d'accesso, perché non mi piace l'immagine di una città messa in vendita, come scaturirebbe dall'istituzione di una misura di questo tipo, anche se naturalmente non sta a me decidere. Ma ho l'impressione che il risultato della tassa d'ingresso sarebbe soprattutto quello di un aumento delle entrate del Comune e molto meno quello di una forma di controllo dei flussi turistici in entrata. Mi sono sempre chiesto come fosse possibile che una città dal volume di entrate turistiche di Venezia, avesse un bilancio comunale in forte debito. Ora so che con l'Amministrazione Brugnaro le cose sono cambiate e il bilancio è stato rimesso in equilibrio. Anche per questo non credo che il Comune abbia bisogno anche delle ulteriori entrate legate al contributo d'accesso. La questione qui è quella di arginare e controllare meglio i flussi turistici in entrata che sono esorbitanti, è su questo che bisogna intervenire». Il Ministero della Cultura negli scorsi anni ha stanziato anche dei fondi a favore di Venezia per misure di contenimento dei flussi turistici. Inoltre Venezia e la sua laguna rientrano tra i siti Unesco la cui gestione è anche tra i compiti del suo Ministero. Pensate di intervenire in qualche modo sul problema?«Senza minimamente voler ledere l'autonomia del Comune di Venezia e del sindaco Luigi Brugnaro, credo sia opportuna e anzi indispensabile l'apertura di un tavolo Venezia per affrontare questo tipo di problemi della città, e anche altri come quelli legati alla migliore conservazione del suo patrimonio. Sentiremo così direttamente dal sindaco Brugnaro come intende intervenire e quali siano le sue strategie per il controllo dei flussi turistici in entrata a Venezia che non possono restare privi di una qualsiasi forma di gestione».Lei è anche nel Comitato Scientifico delle Gallerie dell'Accademia, museo che soprattutto negli ultimi anni sotto la guida del direttore Giulio Manieri Elia, ha registrato una crescita importante, nei suoi programmi e nel numero visitatori. Cosa farà ora? «Credo che dovrò inevitabilmente lasciare l'incarico nel Comitato Scientifico, ma confermo che la crescita delle Gallerie dell'Accademia è stata davvero significativa in questi anni». --Enrico tantucci© RIPRODUZIONE RISERVATA