Senza Titolo
l'intervistaFrancesco Grignetti /romaGli trema la voce, al dottore Pietro Bartolo, uno che per anni ha visitato e curato le migliaia di migranti che approdavano a Lampedusa, oggi eurodeputato del Pd, sempre in prima linea a difesa di questi ultimi della Terra. Gli trema perché non riesce ad accettare che le ragioni della politica possano sopravanzare quelle dell'umanità. «E quindi, quando sento dire che bisogna difendere le frontiere, mi domando: dobbiamo difenderci dai bambini, le donne, le persone che fuggono? Sono nostri nemici, i bambini?». Bartolo, ieri il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, ha detto di nuovo che le navi delle Ong sono «taxi del mare». E subito dopo, in una conferenza stampa tenuta a Milano, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha definito «non ortodosse» le pratiche delle navi umanitarie. Che cosa ne pensa?«Che per fortuna ci sono, questi taxi del mare! Ci sono solo loro a soccorrere la gente in mare. Ricordo a tutti che in nove anni, dal 2013 ad oggi, nel Mediterraneo sono morte 25mila persone. È peggio di una guerra. Il mare s'è trasformato in un immenso cimitero. E se non ci fossero state le Ong, avremmo avuto molti morti in più. E sono morti che abbiamo tutti sulla coscienza». È evidente che è ripresa la guerra alle Ong. «Non mi meraviglia perché questi di destra li conosciamo. Sapevamo quali erano le loro idee. E infatti, vedo che la partita della migrazioni se la sono presa loro, i leghisti, con il ministro Piantedosi, il signor Matteo Salvini, e Calderoli. Faranno la guerra alle Ong. Anzi, hanno già cominciato». Il governo annuncia che faranno uno screening a bordo prima di decidere chi far sbarcare e chi no, vedendo chi sono i fragili.«Ma lì a bordo sono tutti fragili. Fanno finta di ignorare che a bordo c'è della povera gente che viene da una sofferenza atavica, affronta viaggi terribili, poi le sofferenze immani della Libia, dove tutti sappiamo qual è il trattamento di violenze e stupri, infine affrontano il mare. Arrivano esausti. Più fragili di cosi...». Tutto lascia pensare che si replicheranno le scene viste qualche anno fa, con Salvini che vietava lo sbarco e navi tipo la Open Arms guardate a vista. «Si sta facendo un abuso. Ieri ero a Lampedusa, dove c'è stato un ciclone. Immaginate che cosa vivano centinaia di persone, naufraghi salvati da setto o dieci giorni, stipati sui ponti, e ora pure con il mare grosso. Io dico che questa scelta del governo è immorale. Si violano le leggi del mare e le convenzioni internazionale. Si gioca sulla pelle delle persone per scopi di propaganda politica. A bordo ci sono donne, minori non accompagnati, bambini. E quando sento dire che bisogna difendere i confini, mi chiedo: sono questi i nemici? Sono forse schiere bellicose che ci minacciano?». Sa, il mantra del destra-centro è proprio questo.«E infatti io sono molto preoccupato. Siamo fuori da ogni umanità. Il ministro Piantedosi dice pure che le navi con i naufraghi dovranno andare via al più presto. E dove? Li vogliamo rimandare indietro in Libia, così li possano torturare e stuprare ancora? È questo che si vuole?». Il governo Meloni vuole che se li prendano Norvegia e Germania per via della bandiera battente dai bastimenti. «Intanto diciamo che le convenzioni internazionali non dicono così. Parlano di portare i naufraghi nel porto sicuro più vicino. Secondo me, questa storia dei Paesi di bandiera è un escamotage inattuabile. Allora lo dicano, se hanno coraggio, che vogliono strappare le convenzioni internazionali sul mare che come Italia abbiamo ratificato! Poi, certo, altro è se i Paesi europei, a cominciare da questi citati, con spirito di cooperazione, si facessero avanti a condividere l'accoglienza. Ma questo è tutto un altro discorso, si chiama "ricollocazione" ed è quello per cui mi batto in Europa. Solo che siamo in pochi a batterci. E il signor Salvini perché non è venuto a battere i pugni quando era il momento? Invece non c'era». Già, perché siamo sempre incastrati con il famoso Regolamento di Dublino, no? «Materia che conosco bene, essendo all'Europarlamento il relatore-ombra per il partito socialista europeo. Siamo riusciti ad ottenere un voto a maggioranza contro il Regolamento, che ormai è obsoleto. La proposta della Commissione, però, per il nuovo Patto sulle migrazioni che dovrebbe prenderne il posto è inaccettabile perché, se possibile, è persino peggiorativo. Rimane il principio del Paese di primo ingresso, che alla fine colpisce i Paesi rivieraschi come l'Italia, la Spagna, la Grecia, Malta o Cipro. Si incentra su difesa dei confini, rimpatri, deterrenza, accordi con i Paesi di transito e la solidarietà tra Paesi europei dovrebbe essere "flessibile", il che vuol dire nessuna ricollocazione obbligatoria né automatica. Adesso siamo allo stallo totale; non vogliono concedere nulla». E allora, come finisce?«Dovremmo fare i conti con il fenomeno migratorio, ché mi rifiuto di definirlo un problema. Abbiamo accolto cinque milioni di ucraini, ed è stata cosa buona e giusta. Gridiamo all'invasione, invece, per poche migliaia di disperati che fuggono da guerre, carestie, fame. Siamo stati noi, Paesi opulenti, ad aver causato il cambiamento climatico, ma ora con atteggiamento di una disumanità incredibile ci rifiutiamo di accoglierli». --© RIPRODUZIONE RISERVATA