Crociere dirottate a Trieste la rabbia degli operatori

Ancora una volta il meteo e i problemi logistici frenano l'ingresso delle crociere nel porto di Venezia. Succedeva prima del Mose, con nebbia e condizioni estreme. Succede tutt'oggi, con i venti forti o con le paratoie sollevate. Con la differenza che rispetto al 2019 (pre Covid ma soprattutto pre decreto che ha spostato le navi dalla Marittima a Marghera) i volumi di traffico si sono dimezzati. Ecco perché perdere oggi una o più navi ha un impatto, in termini economici, ben più alto del passato. Sta tutta qui la rabbia e la preoccupazione degli operatori portuali che tra ieri e oggi hanno visto, per l'ennesima volta, dirottare verso Trieste una crociera diretta a Venezia. Ieri infatti, mentre le barriere del Mose si sollevavano per contrastare le previsioni di marea a 110 centimetri, la Msc Sinfonia ha prolungato la sua navigazione puntando dritto verso lo scalo giuliano. Si replica oggi, con la Msc Armonia, nonostante le previsioni diano una marea inferiore alla quota di sollevamento del Mose. Troppe però le incognite legate al vento e alla marea. Soprattutto quando a bordo hai oltre 1200 passeggeri. E così la Msc, a scanso di equivoci, ha preferito anche per la giornata di oggi di bypassare Venezia. Colpa di tutti e colpa di nessuno, l'amara sintesi degli operatori. Fatto sta che chi lavora nel settore ha perso circa il 70% del fatturato del weekend, pari a diverse decine di migliaia di euro. Cifre che in questo momento, mentre ancora si aspettano i ristori promessi durante la pandemia, rappresenterebbero una boccata d'ossigeno. Tanto più oggi che siamo agli sgoccioli di una stagione crocieristica che ha fatto registrare circa 230 toccate contro le 530 del 2019. Per il 2023 se ne stimano 300, secondo le indicazioni dell'Autorità Portuale grazie all'impiego a pieno regime anche di Fusina, oltre a Chioggia e al canale nord sponda nord con una banchina che sarà dedicata sette giorni su sette alle crociere.Numeri che lasciano qualche speranza agli operatori, e che tuttavia non risolvono i problemi del Porto. A cominciare dall'accessibilità, dalla convivenza con il Mose e tra navi da crociera e commerciali. Da agosto 2021, il Porto è al lavoro per affinare gli strumenti digitali per sincronizzare le attività portuali con l'innalzamento delle barriere del Mose. Si attendono anche strumenti normativi da Roma utili a creare ad esempio una cabina di regia in grado di coordinare, ad esempio, i tempi di sollevamento delle barriere con gli ingressi e l'uscita delle navi (commerciali o da crociera) in caso di attivazione del Mose, soprattutto quando la grande opera sarà terminata. Sullo sfondo resta infine la madre di tutti i problemi di accessibilità: la conca di navigazione alla bocca di Malamocco che permetterebbe di aggirare le barriere. Tutt'ora non funzionante dopo i danneggiamenti subìti nel 2015, per sistemarla potrebbero volerci tre anni. --eugenio pendolini© RIPRODUZIONE RISERVATA