«Casanova, il mio atto d'amore per Venezia amato come un figlio e pronto per il mondo»
INTERVISTAMichele BugliariIl musical "Casanova Opera Pop" dell'ex Pooh Red Canzian, dopo il travolgente esordio di gennaio, torna al Teatro Malibran di Venezia dal 3 all'11 dicembre. Anteprima a Legnago il 26 e il 27 novembre al Teatro Salieri. Canzian, a gennaio ci ha fatto preoccupare. Come sta ora?«Se Dio vuole sto molto bene, quest'estate ho fatto 30 concerti con la band e mi sono divertito perché il palco è l'unica casa che riconosco come mia. Spero di potermi godere "Casanova", in ogni città voglio essere presente almeno la prima sera e l'ultima».Anche a Venezia?«Vorrei esserci tutte le sere perché amo Venezia, amo questo lavoro e amo quello che racconto di Venezia. Lo spettacolo è un atto d'amore nei confronti di Venezia, un atto d'amore che ha dentro un po' di follia. Non ho voluto consegnarlo nelle mani di nessuno, come fosse un figlio. Mia moglie Bea lo ritiene il nostro terzo figlio e i figli non li puoi dare a chiunque, così abbiamo deciso di produrre da noi lo spettacolo con un'incoscienza assoluta, perché è un lavoro costosissimo. Abbiamo iniziato in piena pandemia e ora ripartiamo con la guerra e tutto quello che ne consegue. Non è facile portare in giro 50 persone e due tir, con gli alberghi che hanno raddoppiato i prezzi e gli spostamenti sempre più costosi per gli aumenti del gasolio».Una grande responsabilità.«Sì, però quando vedo "Casanova" in scena con le mie musiche, con questa meraviglia di costumi di Stefano Nicolao e con questi performer di una generosità incredibile, allora sono felice. Credo poi che sia molto importante e quasi eroico poter andare avanti, perché con questo lavoro noi artisti inventiamo momenti che permettono alla gente di staccare la spina per due ore. Questo non vuol dire anestetizzare il cervello, ma metterlo in relax per due ore di serenità, di sogno, di passione, di musica che secondo me sono terapeutiche. Un bene sociale di cui le persone hanno bisogno».Quali le novità della nuova edizione di "Casanova"?«La collaborazione con gli inglesi: il produttore Nick Grace, il direttore creativo e coreografo Anthony Van Laast e la regista associata e coreografa Carolien Canters. Stanno modificando lo spettacolo in alcuni punti facendolo diventare veramente internazionale, perché lo vogliono portare in giro per il mondo, come hanno già fatto con "Mama mia"».Lo spettacolo sarà tradotto per l'estero?«Ci sono Paesi come la Cina e la Corea del Sud in cui funziona l'opera lirica, e lì lo si può portare in italiano con i sottotitoli nelle varie lingue. Per altre nazioni come la Spagna, la Francia, la Germania e l'Inghilterra è necessario farlo tradurre. Sono cose a cui penserà la produzione inglese qualora decida veramente di esportare il musical. Casanova e Venezia sono spendibili all'estero. Le musiche sono belle, e non perché lo dico io. L'unica cosa dello spettacolo che non sarà da toccare, per gli inglesi sono proprio le musiche che ritengono perfette: e detto da loro che sono nati nella patria dei Beatles e dei Rolling Stones è una bella soddisfazione».La sua esperienza anche a livello organizzativo con i Pooh le sarà tornata utile.«Sì. Le scenografie di Venezia sono state elaborate al computer ma nascono da foto e video che io e mia moglie abbiamo realizzato nella città deserta durante la pandemia e che poi io ho modificato». Lo spettacolo contiene anche un messaggio di speranza per la fine della pandemia. «Questo l'ho aggiunto io, non c'era nel romanzo di Matteo Strukul da cui è tratto il musical. Ho cambiato anche il finale che nel libro era triste mentre io a Casanova ho voluto dedicare un finale festoso: un personaggio così se lo merita».Prevendite aperte: www.casanovaoperapop.it. --© RIPRODUZIONE RISERVATA