Zaia, niente affondo sull'addizionale Irpef «Prendo tempo, spero nel Governo»

Enrico Ferro / Venezia«Ci aggiorniamo tra due settimane, in vista di eventuali provvedimenti del Governo che potrebbero risolvere i problemi dei veneti». Marcia indietro della Regione Veneto sull'addizionale Irpef. Almeno per il momento, resta tutto com'è. Il presidente Luca Zaia non vuole muovere nulla, evidentemente consapevole del fatto che un provvedimento del genere, in un momento di crisi e incertezza, potrebbe generare accese proteste. Però 300 milioni di gettito annuo stimato consentirebbero di aiutare circa 600 mila veneti in condizioni di difficoltà, oltre che le case di riposo ormai sull'orlo del precipizio finanziario. Ma il presidente Zaia, in questa scelta, è un uomo solo schiacciato a tenaglia. Le categorie e le parti sociali premono ma le pressioni ci sono anche all'interno del suo partito, con il collega Massimo Bitonci che non ha perso l'occasione per dire che in un momento di recessione non è opportuno aumentare le tasse. Situazione complessa anche sul fronte delle associazioni di categoria. Confindustria, Confcommercio e Confartigiano hanno inviato una lettera al presidente della Regione in cui si dicono contrari all'introduzione dell'addizionale e chiedono di trovare le risorse necessarie nelle pieghe del bilancio. Ma tutte le altre associazioni, tra cui Confapi e Confcooperative, sarebbero invece favorevoli alla nuova tassa. E infatti i loro responsabili nulla sapevano della lettera inviata a Zaia, circostanza emersa durante l'incontro di ieri. Zaia un uomo solo, quindi. Il fatto che il Veneto non applichi l'addizionale Irpef era diventata una specie di bandiera per il governatore leghista, fiero di tenere la sua regione "tax free". La voce "addizionale regionale" si trova nelle buste paga anche in Veneto, ma si tratta di quella dell'1,23% applicata ovunque per decisione statale. Ai quattro scaglioni ufficiali (0-15 mila euro di reddito; 15-28 mila euro; 28-50 mila; oltre i 50 mila) possono poi le Regioni applicare ulteriori balzelli, che vengono scelti in maniera differenziata nella varie zone d'Italia. Il Veneto, finora, si era sempre salvato da questa prospettiva. «Quello presentato in sede di tavolo di concertazione è un bilancio in chiusura, consegnato al voto del Consiglio. Contiamo di approvarlo in anticipo, come ormai consuetudine della Regione Veneto, andando al voto ai primi di dicembre. Dalla riunione è emersa una condivisione sul complesso periodo attuale e sulle emergenze contingenti. Attendiamo in ogni caso la manovra nazionale, sulla quale ripongo fiducia», ha detto il presidente Zaia al termine della riunione. Una riunione che ha visto la partecipazione dell'assessore al Bilancio Francesco Calzavara, all'Economia Roberto Marcato, ai Trasporti Elisa De Berti, al Lavoro Elena Donazzan e alla Cultura Cristiano Corazzari. Si sono confrontati con i rappresentanti delle principali categorie, con posizioni ancora differenziate. «Questo è il momento della responsabilità e della solidarietà, da parte di tutte le rappresentanze politiche, economiche e sociali», hanno evidenziato Tiziana Basso, Gianfranco Refosco e Roberto Toigo, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Veneto, sul tavolo regionale di concertazione generale. «Per questa emergenza sociale vanno reperite le adeguate risorse. Ci siamo quindi dichiarati disponibili ad aprire una discussione anche tecnica sugli strumenti opportuni per trovare le risorse necessarie che debbono essere finalizzate ad affrontare la questione sociale che rischia di deflagrare. Questa dovrebbe essere la preoccupazione di tutti». «Avevamo proposto una sua rimodulazione dell'addizionale Irpef per i redditi più alti ancora nel 2020 e dopo due anni anche il presidente Zaia pareva aver capito che lo slogan "tax free" era una finzione: perché i veneti pagano di più per i servizi rispetto ad altre regioni. Pensate ad esempio agli asili nido» ha puntualizzato la consigliera regionale Elena Ostanel. «Invece l'assessore Calzavara ha dichiarato che si prenderanno del tempo, perché forse il Governo farà delle misure nelle prossime due settimane che potrebbero cambiare la sorte dei veneti. Un tema così complesso va preso in carico con serietà, non con un emendamento all'ultimo secondo». --© RIPRODUZIONE RISERVATA