Occupato il liceo Polo studenti contro la scuola voluta dal futuro governo

la protestaVogliono riprendersi gli spazi scolastici. Entrano a scuola e non ci escono più. Da martedì scorso il liceo Marco Polo a Dorsoduro è occupato, con gli studenti che sono diventati i custodi dei due edifici, separati soltanto dal canale. Si tratterebbe di un'occupazione organizzata dal collettivo autogestito "Movida", concordata con la dirigente scolastica Maria Rosaria Cesari (che ieri è stata cercata invano, ndr)dato che i ragazzi avrebbero promesso di lasciare libero il polo del liceo classico e musicale venerdì e quello dell'artistico domenica.Una preside che gli studenti definiscono «sempre attenta e disponibile al dialogo». «Abbiamo occupato la nostra scuola per chiedere un'istruzione che ci parli anche di temi che solitamente vengono confinati fuori dalle aule, come il cambiamento climatico, l'educazione sessuale al consenso o la guerra. Vogliamo una scuola che ci parli del mondo che ci circonda e che ci renda dei cittadini più consapevoli» commenta Federica Nalon, studentessa di quinta liceo classico. I ragazzi e le ragazze del Marco Polo esprimono la propria contrarietà rispetto alla considerazione dell'istruzione riservata da Giorgia Meloni nel suo programma elettorale. «Si parla di una scuola che aumenta il divario sociale dove da una parte si investe in quella privata e si professionalizza quella pubblica, rendendo la capacità critica un privilegio. Si parla anche di aumentare le ore del pcto (alternanza scuola-lavoro) e di ridurre gli anni scolastici a 4 per entrare prima nel mondo del lavoro. Questa non è la scuola che vogliamo», continua Nalon.L'alternanza scuola-lavoro è un punto importante delle proteste dei liceali veneziani: in seguito alle morti di alcuni coetanei in stage - l'ultima quella di Giuliano De Seta, avvenuta lo scorso settembre - gli studenti ribadiscono come il modello vada ripensato. «C'è la necessità di una riforma sul "Pcto", che noi siamo obbligati a fare per diplomarci», commenta Massimo Casagrande dell'artistico. Loro, la generazione Z, i liceali della dad, dopo i lunghi anni di lezioni su Zoom, sembrano sentire il bisogno di stare a scuola, di vivere la scuola. Di "essere" la scuola. -- M.D.© RIPRODUZIONE RISERVATA