Auto incastrata sotto un Tir di legname manager di 48 anni muore schiacciato
PORTOGRUARONel tratto a due corsie, ancora un morto sull'autostrada A4. La vittima è un automobilista di Udine, Maurizio Durì, 48 anni, sposato e padre di due figli, rappresentante della Smith & Nephew, azienda britannica specializzata in dispositivi medici, amante anche della musica, suonava regolarmente il piano e la fisarmonica. Durì guidava una Bmw 320 Coupè, che si è schiantata contro un camion con targa croata che trasportava tronchi d'alberi. L'autista del mezzo pesante, un 57enne della Croazia, è uscito illeso. La famiglia di Durì è stata avvertita ieri attorno alle 21. Il drammatico incidente è accaduto ieri alle 17.30 circa, in località di Pradipozzo, tra i vigneti del doc Lison Pramaggiore, a pochi chilometri dallo svincolo di Portogruaro. Stavolta è la carreggiata est il teatro della nuova tragedia. Un incidente da addebitare probabilmente a un malore o a una distrazione: nessun segno di frenata sull'asfalto. Un film già visto, un copione che si ripete a distanza di pochi giorni, perché somiglia alla dinamica del tamponamento in cui hanno perduto la vita 7 volontari e disabili di Riccione. L'urto tra Bmw e camion è stato violentissimo. All'altezza del cartello che indica la chilometrica 447, in località Pradipozzo, la Bmw ha tamponato così violentemente il mezzo pesante, che procedeva adagio sulla corsia di marcia lenta, che quasi tutto il tettuccio della macchina è stato smembrato. Le operazioni di recupero e messa in sicurezza dei mezzi sono durate fino a tarda sera. Sul posto sono accorsi immediatamente i vigili del fuoco di Portogruaro, l'autogru del comando metropolitano di Mestre, un'ambulanza del Suem di Portogruaro, l'elicottero del Suem di Treviso, che è atterrato su un campo vicino, ma che poi, dopo l'accertamento della morte dell'automobilista coinvolto, è rientrato vuoto alla base dell'ospedale Ca' Foncello. L'autostrada è stata chiusa per due volte: la prima durante le prime operazioni di soccorso della persona deceduta; la seconda volta invece poco prima delle 20, quando è stato operato un intervento massiccio per "liberare" la vettura incidentata dal posteriore del camion e quindi ricomporre la salma dell'automobilista. Durì è morto sul colpo, vittima di una fatale distrazione o di un malore. Subito, però, agli agenti della Polizia stradale di Venezia intervenuto, è parso di vedere un film già visto, un deja vù del terrore autostradale: per terra non ci sono segni di frenata. La corsia di marcia era al solito attraversata da numerosi mezzi pesanti, ma la corsia di sorpasso era libera. Il traffico per altro non era particolarmente sostenuto. Ulteriori verifiche sulla dinamica sono state compiute, quasi subito da Autovie Venete, che può disporre della visione, quasi immediata dei filmati delle telecamere. Nemmeno da qui si intravvede una frenata. Questi filmati andranno poi spediti alla Procura di Pordenone, che indagherà sul caso, vista la competenza territoriale. «Ci troviamo di fronte a un altro grave incidente, non imputabile certamente alla nostra autostrada. Il conducente», precisa Maurizio Paniz, presidente di Autovie Venete, «non ha rallentato e non ha frenato, mentre altri mezzi lo avevano fatto agevolmente. C'erano tutti i cartelli fissi e variabili. Se i conducenti non rispettano regole minimali di prudenza e attenzione, continueranno gli incidenti». Lo scandalo degli incidenti in A4 finisce subito sul tavolo dei parlamentari. La leghista Giorgia Andreuzza si impegna affinché subito venga trattato il problema della A4, con la massima urgenza. La terza corsia non può aspettare. «Appena insediato, il governo deve essere coinvolto», dice la deputata leghista. «Bisogna verificare la possibilità di aumentare le misure di sicurezza e di controllo dobbiamo verificare tutti i molteplici fattori. Non può essere che questo tratto sia come una roulette russa con dinamiche troppo simili. Ora inizia anche il periodo delle nebbia e la pericolosità aumenta». --Rosario Padovano © RIPRODUZIONE RISERVATA