«Infrastrutture ferme agli anni Ottanta L'Italia funziona solo se commissariata»
l'intervista«Della necessità di collegare con infrastrutture adeguate l'est con l'ovest del nostro Paese ne sento parlare dalla fine degli anni '80. Nel frattempo in Cina hanno rifatto un continente, noi siamo ancora qui a discutere: questa purtroppo è l'Italia».Nel 1979 è entrato nell'azienda di famiglia, fondata dal padre Settimio nel 1964, che ora tra i principali player della logistica a Nordest. Damaso Zanardo, 62 anni, nel corso degli anni ha sviluppato e poi ceduto business settoriali importanti del settore della logistica (come ad esempio quello ospedaliero). Nel 2005 è stato tra i primi a sviluppare una logistica ospedaliera con la somministrazione informatizzata del farmaco per la sanità pubblica e privata. Due anni dopo ha inaugurato il primo hub dedicato al beverage, per poi integrarlo con una rete distributiva Horeca a livello locale e su gran parte del territorio nazionale. Nel 2011 ha avviato il primo treno shuttle sulla direttrice ferroviaria Italia-Russia come alternativa al trasporto su gomma. Ha infine attivato un nuovo sito con modalità di stoccaggio intensivo con carrelli trilaterali e sistema di gestione paperless. Oggi Az Trasporti, con sede a Marghera, fa girare una sessantina di Tir di proprietà.Zanardo, qual è la situazione - e la sicurezza - delle strade del Nordest? In A4 un'altra strage e gli incidenti sono quotidiani.«Quello che sta avvenendo è sotto gli occhi di tutti, percorrendo la A4 le difficoltà le incontra chi va in macchina e noi con i nostri camion. E sulle strade statali la situazione non cambia. Rispetto agli altri Paesi siamo molto indietro. Le infrastrutture sono sostanzialmente ferme da 40 anni. Nel frattempo è caduto il muro di Berlino, l'Europa dell'Est è stata ricostruita, noi siamo ancora con le due corsie nella Venezia-Trieste. Nel 1990 andavo a Cracovia facendo strade quasi di sassi, senza illuminazione. Ora hanno autostrade con 4 corsie per marcia, più quelle d'emergenza. Mentre sulla Torino-Trieste continuano i lavori. Per non parlare dei cinesi, che in minor tempo stanno arrivando a Francoforte con la "Via della Seta". E noi siamo ancora qui a discutere. Non solo in Veneto, sia chiaro, la situazione è simile in tutta Italia: guardiamo la Salerno-Reggo Calabria, oppure la Romea commerciale, della quale se ne parla dagli anni '80».Quali sono le cause? «Il tema è sempre quello: siamo un Paese malato di burocrazia e permessi, quello che in altri Paesi non accade, hanno dei modelli di attuazione molto più veloci. Un Paese si ritiene evoluto se fa le infrastrutture viarie».Quale soluzioni?«Per realizzare le strade dovremmo fare quello che è stato fatto con la Superstrada Pedemontana Veneta. L'Italia funziona solo se è commissariata, un po' come con gli ultimi governi».Una soluzione può essere lo sviluppo delle merci su ferro? «Certamente, ma manca in larga parte l'Alta velocità nel nostro Paese, sono attivi solo alcuni tratti. Non facciamoci ingannare dalle inaugurazioni di piccoli tracciati. Comunque, ricordo che le merci oggi per il 93% si spostano su gomma, e dunque bisogna dare servizi adeguati per questo tipo di trasporto. Come facciamo a spostare tutto quello che serve se limitiamo la velocità dei mezzi, la percorrenza, gli orari. Come si fa a volere acquistare la roba su Amazon e volerla a casa in tempo reale, se poi abbiamo strade in queste condizioni».Tempi di percorrenza allungati significano maggiori costi per le aziende della logistica: quale stima fate?«Un camion è come fosse un operaio, lavora 8 ore al giorno, ha il cartellino, ovvero il cronotachigrafo, che registra il tempo. Raggiunte le otto ore, anche se le ha passate nel traffico, si deve fermare, ovunque sia. Per i problemi di viabilità stimiamo una perdita del 20% della produttività del camion. Ma come pensiamo di andare avanti se trasportiamo praticamente tutto su gomma».I fondi del Pnrr possono aiutare a risolvere il problema? «Sono infrastrutture, ricordiamo, che sono finanziate dall'Europa: i soldi arriveranno se saremo in grado di realizzare le riforme che abbiamo promesso».Altro tema che preoccupa il settore della logistica è la mancanza di autisti.«Purtroppo è un tema imminente, abbiamo 5 mila autisti che prossimamente andranno in pensione in Italia. E non ne abbiamo nemmeno 100 che li sostituiscano. Un problema per il sistema Paese». --© RIPRODUZIONE RISERVATA