Ticket d'ingresso, Lega e M5S di traverso scontro su esenzione ai veneti e privacy
Serve altro tempo per l'approvazione del contributo d'accesso a Venezia. Segno non già di uno stop al provvedimento destinato a rivoluzionare l'arrivo in giornata a Venezia, quanto piuttosto di una discussione non ancora chiusa e che fatica a ingranare. Previsto tra i punti all'ordine del giorno per il consiglio comunale di oggi a distanza di un mese dal via libera al testo dalla commissione, il ticket d'ingresso è slittato a fine ottobre. Prima, ci saranno altri due passaggi, entrambi in Regione - da capire se indolori o meno - ancora una volta su punti centrali del regolamento: rispetto della privacy ed esenzione ai veneti. Il primo, caro al gruppo del M5S in Regione, il secondo al gruppo Lega che chiede un'esenzione completa del ticket a favore dei veneti, anche quelli che arriveranno in città dopo aver superato la soglia di carico (aspetto invece previsto nell'ultima versione del regolamento licenziata dalla commissione). Oggi i consiglieri comunali e regionali della Lega si incontreranno con l'assessore al turismo del Veneto, Federico Caner. Pur condividendo l'impianto e lo spirito del provvedimento, sul tavolo ci sarà la contrarietà alla mancata esenzione totale per i residenti nella Regione, come invece era previsto nella prima versione del contributo d'accesso, quella cioè del 2019 che prevedeva la riscossione da parte dei vettori (compagnie di treni e autobus) del ticket d'ingresso. Insomma, i rappresentanti del Carroccio vorrebbero che i veneti fossero esentati alla stregua dei veneziani (nel regolamento ad oggi è previsto che non pagano entro la soglia di carico che dovrà essere decisa dalla giunta). Ma tra i punti dell'incontro ci sarà anche la contrarietà all'uso di tornelli, eventualità prevista e non esclusa dal regolamento. Il prossimo 18 ottobre, poi, il Consiglio regionale si troverà a trattare la mozione presentata dalla consigliera regionale Erika Bladin (M5S) con cui si chiede alla giunta regionale di dare il via a una «discussione partecipata»: «La città viene considerata alla stregua di un "parco a tema" nel quale si paga il biglietto per entrare e l'onere di dimostrare esclusioni ed esenzioni grava su residenti e utenti che saranno vessati da un ulteriore adempimento amministrativo». Per Baldin poi «i dubbi di natura costituzionale» riguardano «la privacy e la libertà di movimento», un aspetto su cui anche le minoranze a Ca'Farsetti, con il consigliere comunale Marco Gasparinetti (Terra e Acqua) avevano annunciato battaglia dicendosi pronti - in caso di multe e sanzioni - a portare la questione davanti alla Corte Costituzionale. Concetto oltretutto ribadito nel corso della partecipata assemblea pubblica in Pescheria. E nel frattempo sul provvedimento già licenziato dalla commissione sono arrivate anche le osservazioni delle categorie. Tra queste Confindustria Venezia che parla di un provvedimento destinato a portare «risultati apprezzabili» e che però chiede anche qualche correzione. Come ad esempio sull'esenzione che include chi partecipa a «manifestazioni organizzate o patrocinate dall'amministrazione comunale», come ad esempio Redentore o Carnevale dove come è noto la città si riempie all'inverosimile. «Sembra un distinguo da correggere», mette nero su bianco Confindustria con il presidente della sezione turismo Salvatore Pisani, «perché è proprio in quei giorni in cui normalmente c'è un grande afflusso di persone che la città deve essere tutelata». Perplessità anche dall'associazione "I Tolomazi" (agenzie di incoming di Venezia) sulla assenza di prelazioni per gli operatori locali che gestiscono gruppi organizzati: «Rischiamo di ritrovarci un qualsiasi tipo di turismo selvaggio e invasivo prima di quello organizzato». --eugenio pendolini© RIPRODUZIONE RISERVATA