Niente campi in laguna per gli amatori «Un precedente pericoloso per la città»

Eugenio Pendolini / veneziaAndare in trasferta dalla terraferma alla laguna per una partita di calcio in notturna e in mezzo alla settimana è più complicato che fare il tragitto inverso, dalla laguna alla terraferma. O almeno così deve pensare la maggior parte delle squadre che giocano tra Mestre e dintorni che quest'anno, prima volta in assoluto, hanno puntato i piedi e hanno detto che no, loro di raggiungere il Lido o gli altri campi a Venezia non volevano nemmeno sentirne parlare. E così, pur di salvare il campionato degli amatori, con un tratto di penna quei campi sono stati cancellati dalla "Lega calcio amatori Mestre e Venezia". Che però di Venezia, ormai, ha ben poco. È quanto ha cercato di spiegare ieri Gianni Curreli, presidente della Lega Amatori, davanti ai consiglieri comunali riuniti nella decima commissione che ieri hanno approfondito la decisione di escludere i campi in laguna per le «eccessive difficoltà logistiche». Due ore di botta e risposta, con l'unico risultato concreto che porterà alla votazione all'unanimità di una mozione con cui si chiederà di impegnarsi contro le discriminazioni subìte dalle tre squadre lagunari (Stella Rossa, Amatori Lido e Venezia 2007). È l'unico impegno che può prendersi il Comune per un campionato gestito da Acli e Uisp. Intanto però il dibattito è aperto e secondo i consiglieri, penalizzare le squadre veneziane è «un pessimo segnale per la città». «Dobbiamo trovare una soluzione», spiega il presidente della commissione, Matteo Senno. Il vicesindaco Andrea Tomaello, con delega allo sport, ne fa invece una questione di «equità verso tutte le squadre del nostro Comune». Dopo oltre vent'anni di campionato, i nodi al pettine sono venuti proprio quest'estate, come spiegato dal presidente della Lega Amatori Curreli: «Il nostro è un impegno sociale costante. Tante squadre avevano minacciato di andarsene, in caso di trasferte in laguna, ne sarebbero rimaste otto, senza riuscire a organizzare il campionato che invece partirà e con 20 squadre, perché tante senza le trasferte in laguna sono tornate a iscriversi». Con due su tre delle squadre veneziane escluse, e cioè Venezia 2007 e Stella Rossa, una soluzione sarebbe anche stata trovata. «Ma faremo di tutto per non andare a giocare a Campalto», dice Tommaso Vianello della Stella Rossa, «per noi fare sport a Venezia ha un'importanza primaria.Escludere i campi di Venezia è una questione di pigrizia. È un precedente pericoloso anche per i settori giovanili». Dura presa di posizione anche di Marco Gasparinetti (Terra e Acqua): «Non è possibile discriminare chi ha scelto di fare sport a Venezia. La Lega Amatori si fregia del nome di Venezia per poi discriminare chi ci vive: dovrebbe fare a meno del nome della città». Posizione condivisa anche da Gianfranco Bettin. Per Cecilia Tonon (Venezia è Tua), una decisione di questo tipo considera Venezia alla stregua di un «alpeggio inaccessibile». Resta per ora in piedi la soluzione "autarchica", quella cioè di un girone tutto lagunare, proposta da Nicola Gervasutti (Lega). Oppure di usare il campo di Sacca Fisola, facilmente raggiungibile dal Tronchetto e quindi da chi arriva dalla terraferma. Intanto il campionato amatori inizierà oggi, e difficilmente si troverà una soluzione in tempi brevi. --© RIPRODUZIONE RISERVATA