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la novitàLaura BerlinghieriIl terzo polo di Carlo Calenda (e Matteo Renzi) vola a Padova, supera la Lega nel suo fortino trevigiano e doppia (e più) Luigi Brugnaro nella sua Venezia. E in Veneto elegge Valentina Grippo e Daniela Sbrollini. «In Italia c'è spazio per un terzo polo riformista e liberale, in contrapposizione a una destra sovranista e a un Partito Democratico che ha voluto abbracciare l'estrema sinistra e Di Maio» la sintesi di Carlo Pasqualetto, candidato alla Camera nella circoscrizione Veneto 2.La media regionale dice: 8,4% dei voti alla Camera e al Senato. Ma la loro analisi parte fondamentalmente dai tre baricentri sul territorio. C'è Padova, dove il terzo polo ha registrato il risultato più importante, guadagnando il 12,8% delle preferenze. «È il nostro laboratorio in Veneto. Qui Calenda era già stato premiato alle Europee» dice Alberto Baban, candidato all'uninominale in Senato per Veneto 1. C'è Treviso città, roccaforte della Lega. Qui l'esito ha del clamoroso, il terzo polo vola al 12.9%, staccando il Carroccio, fermo all'11.4%.«Perché la Lega di Zaia non è quella di Salvini. Si è distanziata dalla sua dimensione territoriale, perdendo la sua caratteristica moderazione, e questo non ha pagato» prosegue Baban. C'è poi il risultato di Venezia, dove il terzo polo (all'8.5%) ha più che doppiato i voti di Noi moderati (3.6%), la lista con Coraggio Italia del sindaco Luigi Brugnaro. «Bocciatura della sua amministrazione? È un voto da interpretare, ma sono curioso di leggere cosa dirà» commenta Baban.Intanto inizia il primo corso di questa nuova figura politica, «Abbiamo raggiunto questo risultato in appena due mesi. Sicuramente, se avessimo votato più avanti, avremmo guadagnato ancora più voti» dice Baban. Ai "danni" di chi? «Indecisi, Partito Democratico, Lega, Forza Italia» risponde sicuro Carlo Pasqualetto. Uno che Forza Italia la conosce bene, e da dentro: «La "mia" era una Forza Italia che parlava allo stesso elettorato a cui guardiamo noi. E il loro risultato di oggi è da fine impero, giusto Berlusconi è riuscito a tenere una barca che fa acqua da tutte le parti».E il Partito Democratico, che ha rifiutato l'alleanza con Azione? «Se avesse avuto più coraggio, e avesse voluto costruire una coalizione liberale e riformista - come è nel dna di una parte del partito -, insieme avremmo potuto fare molto bene. Ma ha preferito l'estrema sinistra e Di Maio...».Il partito di Calenda riparte da qui, dunque. «Da un'opposizione costruttiva, molto ferma, che resta sui suoi valori senza abdicare alle sue convinzioni» le dichiarazioni di intenti di Baban, che ha le idee piuttosto chiare anche su quale sarà il futuro della maggioranza uscita dalle urne: «Dovranno fare i conti con quello che hanno promesso. E sicuramente certe promesse non potranno mantenerle, perché mancano le risorse. I cittadini se ne accorgeranno».E di Azione cosa ha premiato? «Siamo stati capaci di interpretare cos'è tipicamente il Veneto, un popolo di moderati. Tutto a partire da serietà e concretezza. Perché, al contrario di quanto ha fatto "promettopoli", ogni nostra singola idea proposta era giustificata, commentata e spiegata».Analisi e promesse. A partire da un nuovo partito, che si è affacciato direttamente sul palcoscenico più importante, ma che promette un gioco a tutto campo. «Oltre al progetto nazionale, c'è quello regionale. Perché oggi siamo vestiti di una responsabilità certificata dai numeri» spiega Baban, «Questo significa che rafforzeremo la nostra struttura a livello locale, coinvolgendo più persone e coinvolgendo chi si vuole avvicinare». Azione, quindi, nuovo partito da considerare nel ventaglio delle proposte, alle prossime amministrative? Nel 2023 si voterà a Treviso, il Comune del leghista Conte, che attualmente preferisce il terzo polo al Carroccio. «Da oggi inizia un nuovo percorso a livello locale. Vogliamo consolidare il consenso e aprirci a nuovi elettori. A Treviso ci saremo». --© RIPRODUZIONE RISERVATA