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RomaIl centrodestra avrà un'ampia maggioranza sia al Senato sia alla Camera. Con un consenso al 44%, la coalizione guidata da Giorgia Meloni ottiene 235 seggi alla Camera e 112 al Senato. Fratelli d'Italia, primo partito, arriva al 26% (era al 4,4% quattro anni fa), e guarda dall'alto in basso la Lega all'8,9%, Forza Italia all'8,2% e Noi Moderati poco sotto l'1%. Nel campo del centrosinistra, il Pd si ferma sotto la soglia psicologica del 20%, al 19, ed è il secondo partito del Paese, magra consolazione di fronte a una sconfitta di queste proporzioni. L'Alleanza tra Verdi e Sinistra raggiunge il 3,6%, mentre Più Europa è fuori dal Parlamento, ma chiede il riconteggio delle schede perché le mancherebbero solo 15 mila voti per raggiungere il 3%. Il Terzo polo, al 7,7%, si posiziona molto lontano dal podio, mentre la medaglia di bronzo spetta al Movimento 5 stelle con il 15,6%.Guardando ai collegi uninominali, il centrodestra realizza quasi un cappotto. Al Senato ne porta a casa 56, contro i 5 del centrosinistra e altrettanti del Movimento 5 stelle. Alla Camera il risultato è, rispettivamente, 121 a 12 e a 10. Il centrosinistra prevale solo nella circoscrizione estero dove conquista 3 seggi; 2 vanno al centrodestra, uno al Maie e al M5s. Anche a livello regionale la cartina dell'Italia appare tutta blu, solo la Campania si tinge di giallo grazie al successo del Movimento di Giuseppe Conte nel collegio 1 della Camera e in quello del Senato.Complessivamente, ai 235 seggi del centrodestra alla Camera, il centrosinistra risponde con 80, il M5s 51 e il Terzo polo 21. Al Senato i rapporti di forza vedono Meloni, Salvini e Berlusconi con 112 seggi; Pd, Verdi, Sinistra e +Europa con 39; Giuseppe Conte 28, Renzi e Calenda 9. In Sicilia, regione in cui si votava anche per il governatore, vince Renato Schifani con oltre il 40%. Al secondo posto c'è la lista di Cateno De Luca, che a sorpresa conquista pure due parlamentari a livello nazionale. Un'analisi dell'Istituto Cattaneo spiega come l'exploit di Fratelli d'Italia abbia trasformato la geografia elettorale italiana. In Veneto, ad esempio, Fdi doppia addirittura la Lega, e sbanca pure in Toscana dove ormai il fortino rosso resiste solo nel collegio di Firenze. Il partito di Giorgia Meloni, si legge nel rapporto dell'Istituto Cattaneo, «si radica al centro e al nord-est, mentre non sfonda al sud. Il Pd resiste, a fatica, nella vecchia zona rossa. Il Movimento 5 stelle conferma la meridionalizzazione dell'elettorato, mentre la Lega di Salvini torna nei vecchi confini della Lega di Umberto Bossi». La distribuzione dei consensi di Fratelli d'Italia «lo fa assomigliare meno al partito suo predecessore, Alleanza Nazionale, principalmente radicato nel Mezzogiorno, e più al suo principale affluente, la Lega». Salvini, invece, perde più di tre milioni di voti rispetto al 2018 (circa il 9%) soprattutto nelle regioni del centro-sud e, continua l'Istituto Cattaneo, registra «uno scarso supporto, anche al nord nelle grandi città e nelle cinture metropolitane». Il Partito democratico perde un milione di voti e mantiene le sue roccaforti in Toscana, in Emilia-Romagna, nel nord delle Marche e dell'Umbria, ma «con percentuali ancora più basse che nel 2018».L'affluenza al 63,9%, in calo di oltre 9 punti, è la più bassa tra quelle registrate finora nelle elezioni politiche italiane dal dopoguerra ad oggi. «Dal 1979 al 2018 la riduzione media del tasso di partecipazione tra una elezione per la Camera e la precedente è stata di 1,9 punti percentuali. Il calo maggiore, del 5%, era stato quello tra il 2008 e il 2013». L'affluenza è crollata del 13,5% nelle regioni meridionali, mentre al nord e nell'area "ex-rossa" la discesa è più contenuta. L'eccezione è la Sicilia, dove la riduzione è di soli 5 punti, perché trainata dal voto per le regionali. Nonostante la performance dei 5 stelle, sostiene l'Istituto Cattaneo, «la mobilitazione pro-reddito di cittadinanza sembra aver avuto un effetto assai limitato». --© RIPRODUZIONE RISERVATA