Pressing del governo sugli alleati Usa e il Copasir convoca subito Gabrielli

Il retroscenaFrancesco GrignettiIlario Lombardo / romaGli occhi, adesso, sono puntati su venerdì, quando il Copasir sentirà Franco Gabrielli. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza della Repubblica è il volto dei servizi segreti all'interno del governo. Sarà lui necessariamente, di fronte ai parlamentari del comitato che vigila sugli 007, ad aggiungere informazioni sul rapporto del Dipartimento di Stato Usa che ha rivelato i 300 milioni di dollari di finanziamenti partiti da Mosca e arrivati a forse politiche e candidati di 24 Paesi nel mondo.Prima di andare al Copasir, Gabrielli dovrà raccogliere più dettagli possibili, e presumibilmente dovrebbe farlo a due livelli. Il primo: con i colleghi americani. Il secondo: attraverso i canali diplomatici. A inizio settimana gli uffici del segretario di Stato Anthony Blinken hanno inviato il testo alle ambasciate di oltre cento Paesi. I contatti con via Veneto, dove ha sede la delegazione Usa, sono già stati attivati. Mentre negli Stati Uniti, dov'è in visita, il presidente del Copasir Adolfo Urso cercherà notizie da altre fonti. Ogni mossa va calibrata con prudenza. Il momento è molto delicato. A dieci giorni dalle elezioni, una rivelazione di qualsiasi tipo potrebbe rappresentare un terremoto in Italia. E a gestirlo dovrebbe essere il presidente del Consiglio Mario Draghi, l'interlocutore naturale dell'amministrazione americana. E' verosimile che il premier abbia avuto un confronto sulle notizie sul dossier di Washington con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante la telefonata che i due hanno avuto in merito al tentativo dei senatori di far saltare il tetto dei 240 mila euro dei dirigenti pubblici. Tra l'altro, lunedì 19 settembre il presidente del Consiglio è atteso a New York per l'assemblea generale delle Nazioni Unite e per una serie di incontri. L'ex banchiere sa bene che sarebbe certamente imbarazzante se si venisse a scoprire che uno dei partiti che ha composto la sua maggioranza ha ricevuto soldi e sostegno da Mosca. Va detto, però, che al momento non ci sono conferme su coinvolgimenti diretti di forze politiche e leader italiani.Nel muoversi a tutto campo, il governo ha mobilitato anche l'intelligence, visto che il dossier citato dagli americani sarebbe materia di 007. Però anche gli italiani non hanno saputo nulla di più dai loro interlocutori. Segno che davvero l'Italia non è citata nel dossier? Oppure gli americani in questa fase non vogliono condividere le informazioni con nessuno, neanche i più fidi alleati, e quindi negano a prescindere? Chi di mestiere fa l'agente segreto, ovviamente s'interroga sul punto e non può ancora darsi risposte certe. Di una cosa, però, i servizi sembrano convinti: questa partita serve a tenere sotto pressione la Russia in una fase in cui le cose vanno bene per gli ucraini sul campo di battaglia, ma Vladimir Putin sembra avere assorbito abbastanza bene le sanzioni economiche. E allora il clamoroso annuncio sull'esistenza di questo dossier, veicolato sapientemente attraverso pochi giornalisti selezionati, e con un preciso tempismo, è considerato un «avviso ai naviganti». Nel senso che chi deve capire, a questo punto dovrebbe aver capito. Ed è «caldamente» invitato a troncare i rapporti economici e politici con Mosca. --© RIPRODUZIONE RISERVATA