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l'analisiTempo di bilanci anche per il Lido, spiaggia dei veneziani ma soprattutto isola dove risiedono circa 16 mila abitanti, alle prese con la prima stagione estiva senza restrizioni dopo due anni di pandemia. Più luci che ombre per questo 2022 che, almeno per gli stabilimenti balneari, si chiuderà nella maggior parte dei casi proprio oggi. L'incognita più grande per il futuro, per buona parte degli stabilimenti, riguarda le concessioni demaniali. Se davvero in buona parte dovessero andare a gara a partire dal 2024, l'attuale volto della spiaggia veneziana rischierebbe seriamente di trasformarsi. «Siamo in attesa di capire cosa succederà con il prossimo governo», spiega Alessandro Rizzo, presidente del consorzio balneari, «ancora non sappiamo se potremo procedere con gli investimenti o se invece le concessioni saranno messe a gara in virtù della direttiva Bolkestein. Staremo a vedere». Nel frattempo, nonostante una settimana di mare marrone a causa dell'alga tropicale, gli stabilimenti si godono una stagione su livelli simili, se non superiori, al 2019. «In molti casi il tasso di occupazione delle capanne ha raggiunto l'85-90% sulle oltre tremila complessive del litorale. Siamo tornati sui livelli di tre anni fa». Stabilimenti come il Consorzio, gli ex Ciga (Des Bains, Quattro Fontane, Excelsior) hanno chiuso ieri, al pari di Venezia Spiagge, con gli ombrelloni del Blue Moon disponibili fino al 25 settembre. «Una stagione oltre le aspettative», spiega Pierluigi Padova, presidente di Venezia Spiagge, «grazie alle tante iniziative stiamo vivendo una rivitalizzazione del Lido. È in crescita soprattutto il numero di turisti, spesso tedeschi o austriaci, che dorme a Venezia e viene a visitare l'isola in giornata». Esaurita la stagione estiva, il rischio è che il Lido torni in letargo in attesa del 2023. Un rischio ancor più sentito per i giovani, per i quali manca una programmazione di eventi e opportunità di svago durante tutto l'anno Una spinta per gli esercenti potrebbe arrivare dal turismo congressuale con gli appuntamenti già in calendario all'ex Casinò (in questi giorni al centro della Mostra) dove sono in corso importanti lavori di ristrutturazione. «Abbiamo tre-quattro congressi fino al mese di novembre», spiega Antonio Vianello, referente degli albergatori veneziani per l'isola, «mentre il prossimo anno dovremmo iniziare intorno a maggio, per marzo e aprile non ci sono appuntamenti in programma. Un peccato, significa che fino ad aprile difficilmente gli alberghi potranno riaprire». Sullo sfondo, tuttavia, restano i grandi progetti immobiliari dell'isola rimasti da anni al palo. Su tutti, l'area dell'ex ospedale al Mare con il progetto dei due maxi resort che per il momento sembra essere naufragato. Ma nell'elenco rientra anche il recupero dell'hotel Des Bains, chiuso da ormai dodici anni. La recente vendita dell'hotel Excelsior da parte di Coima Sgr, che ha in gestione il fondo al cui interno rientrano i due celebri alberghi, dovrebbe velocizzare l'iter per il recupero del Des Bains. Ad oggi, però, dalle banche non è ancora arrivato il semaforo verde. E così anche quest'anno, il prestigioso albergo che ospitò le riprese di «Morte a Venezia» è rimasto tristemente chiuso. Qualcosa si muove, invece, lungo il Gran Viale. Entro la fine dell'anno Marriott dovrebbe sbarcare nell'arteria centrale dell'isola. Sotto l'insegna del marchio "Tribute", è infatti iniziato il conto alla rovescia per la riapertura dell'hotel Helvetia. L'arrivo del gruppo Marriott nell'isola è legato al gruppo Ppn della famiglia Cavandoli, gestore italiano del colosso americano e titolari dell'albergo di lusso di Portopiccolo sempre del gruppo Marriott. La conferma arriva direttamente dal proprietario dell'hotel Helvetia, l'imprenditore Stefano Pecci, che ha rilevato la struttura in Gran Viale dalla famiglia Rizzo, che a sua volta nel 1937 aveva acquistato il celebre hotel risalente a inizio '900. --e. p. © RIPRODUZIONE RISERVATA