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CHIOGGIAA mezzanotte i pescherecci chioggiotti molleranno gli ormeggi e riprenderanno la via del mare. Il fermo biologico è finito, si torna a pescare. Le volanti lo stanno facendo già da dieci giorni, adesso tocca anche ai rapidi e ai divergenti. Si va in mare con molti problemi ancora irrisolti, primo fra tutti il caro gasolio. Alleanza delle Cooperative Italiane pesca, in vista anche delle ormai imminenti elezioni politiche, ha inviato un documento a tutte le forze politiche per indicare le priorità del settore da inserire nella prossima agenda di Governo. Dal contrasto al caro carburante al freno alla riduzione dello sforzo di pesca, alla richiesta di un Ministero del Mare che metta assieme tutte le competenze che ruotano attorno al mare. «Il forte incremento dei costi», dice l'Alleanza, «mette a dura prova la tenuta economica di molte imprese di pesca. Occorre un'azione governativa energica per contrastare la corsa dei prezzi ma anche una maggiore tutela del settore da parte dell'Italia sui tavoli europei». Uno dei principali problemi rimane la riduzione dello sforzo di pesca che taglia le giornate di lavoro per il comparto dello strascico già penalizzato dal costo del carburante. Secondo un'indagine di Alleanza delle Cooperative, la continua riduzione dei giorni di pesca annui eroderà nel giro di due anni i margini di redditività del settore, mettendo a rischio nove imprese su dieci. Il settore ha invece bisogno di un rilancio che potrebbe passare per il rinnovo della flotta, che però ha bisogno di necessari incentivi per l'acquisto di nuove imbarcazioni. Serve anche rendere possibile l'uscita anticipata dei lavoratori inserendo la professione tra i lavori usuranti. Netto no invece alla revisione europea sull'energia che metterebbe a rischio le accise sui carburanti per la pesca. --DANIELE ZENNARO